ROMA - Forza Italia sfida gli alleati di governo e rilancia sullo “ius Italiae”, annunciando l’intenzione di mettere ai voti la riforma della cittadinanza, nonostante la contrarietà di Lega e Fratelli d’Italia.
La modifica prevederebbe la concessione della cittadinanza italiana ai minori stranieri che abbiano completato almeno dieci anni di percorso scolastico nel Paese.
“Siamo pronti a discuterla con tutti, il Parlamento è sovrano. Chiunque vuole votare la nostra proposta, la voti”, afferma il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
Gli azzurri sembrano quindi disposti a far passare la riforma anche sganciandosi dalla maggioranza, visto che leghisti e meloniani ribadiscono il loro netto no al testo, definito “tecnicamente sbagliato”, oltre che “irricevibile dal punto di vista politico”, dal leghista Rossano Sasso.
Anche la responsabile immigrazione di FdI, Sara Kelany, aggiunge: “La legge sulla cittadinanza per noi va bene così e, visto l’esito dei referendum, va bene così anche per i cittadini”.
Sul fronte opposizione, il Movimento 5 Stelle, con Giuseppe Conte, spinge per una rapida approvazione ricordando che “lo ius scholae è una nostra battaglia di anni, facciamolo subito”, mentre Carlo Calenda di Azione annuncia il sostegno convinto se FI porterà la legge in Aula.
Matteo Renzi di Italia Viva incalza Tajani a “difendere le sue idee” e avere “coraggio” a riguardo, mentre Riccardo Magi di +Europa si dice aperto a confrontarsi nel merito, pur temendo che FI “non faccia sul serio”.
I riformisti del Pd spingono per aprire il dialogo, con la deputata Ouidad Bakkali che invita a calendarizzare subito la proposta e a lavorare nelle commissioni, e anche Pierfrancesco Majorino, referente immigrazione, che si dichiara disonibile pur definendo lo ius Italiae “molto parziale” rispetto alla proposta più ampia del Pd sullo ius soli.
Un primo ostacolo riguarda la rigidità di Tajani, che difende la “regola severa ma giusta” dei dieci anni di formazione scolastica per ottenere la cittadinanza, bocciando la proposta Pd di cinque anni.
Nei circoli azzurri si ragiona su una possibile maggioranza con il centrosinistra, oltre che su una libertà di coscienza trasversale ai partiti che possa garantire il passaggio della legge.
Tuttavia, dalla maggioranza arrivano avvertimenti: Maurizio Lupi di Noi Moderati mette in guardia da forzature che “rischiano di rompere l’unità della coalizione” e la leghista Silvia Sardone rimanda a guardare l’esito del referendum sulla cittadinanza, esortando a fare proposte “in linea con ciò che vogliono gli italiani”.
Nel partito di Giorgia Meloni si registra un certo gelo, ma senza allarmismi: “Non è parte del programma di FdI e non riteniamo ci sia un’esigenza pressante su questo tema, ma non consideriamo le dichiarazioni di FI un problema”, spiega Sara Kelany.
Tajani però non molla e assicura che Forza Italia chiederà di incardinare la proposta dello ius Italiae, anche se al momento “in Parlamento è tutto ingolfato, con sette decreti e la riforma della giustizia che resta la priorità assoluta”.