PARIGI – Tutto come previsto: primo Consiglio dei ministri della nuova legislatura, ultimo per il governo Attal ancora in carica. Il presidente Emmanuel Macron ha accettato le dimissioni del Premier - sempre freddi i rapporti fra i due anche se Gabriel Attal gli ha espresso “gratitudine” - e ha lasciato in carica il governo solo “per gli affari correnti”, facendo intendere che la situazione dovrebbe ragionevolmente protrarsi alcune settimane, fino alla fine delle Olimpiadi di Parigi 2024 almeno.
Lasciando così alle forze politiche - oggi più lontane che mai da una soluzione per individuare un primo ministro condiviso - il tempo di trovare un’intesa.
Intanto, Gabriel Attal si è ufficialmente candidato come capogruppo dei deputati macroniani di Renaissance all’Assemblée Nationale. “Ho l’onore di presentarvi la candidatura alla presidenza del nostro gruppo”, ha scritto in una lettera a tutti i neoeletti. Attal intende “proteggere i francesi da qualsiasi governo” che includa ministri del Rassemblement National e de La France Insoumise, i due partito ai due estremi del Parlamento di Parigi. “Con lo scioglimento dell’Assemblée e le elezioni legislative anticipate - ha scritto Attal - abbiamo rischiato di scomparire”. Se sarà eletto, Attal proporrà di ribattezzare Renaissance con il nome Ensemble pour la République (Insieme per la Repubblica).
Il Consiglio nazionale del Partito socialista (Ps) in Francia non ha nel frattempo convalidato la candidatura della 73enne presidente di La Reunion, Huguette Bello alla carica di primo ministro e ha chiesto di proseguire il dialogo con i suoi partner del Nuovo fronte popolare per trovare un nome consensuale.
“Non c’è consenso tra noi su alcun nome in questa fase”, ha sottolineato il segretario generale del partito di Pierre Jouvet. Il Ps, che dal canto suo propone la candidatura del suo primo segretario Olivier Faure, desidera proseguire le discussioni con i suoi partner, per trovare un nome consensuale “entro il 18 luglio”, data dell’apertura della legislatura, ha precisato.
Gli Insoumis, per bocca del loro coordinatore Manuel Bompard, hanno invece tuonato contro il Ps, accusandolo di “opporre un rifiuto costante e continuo a tutte le proposte sul tavolo”. Ultima quella della figlia di Jacques Delors, Martine Aubry. Il sindaco di Lille, ai microfoni Europe 1, ha duramente attaccato Olivier Faure: “Vuole assolutamente essere primo ministro”, ha detto. Mentre il segretario ha affermato in un’altra intervista che è invece lei, la Aubry, a non voler partecipare ai giochi:
“È stata consultata; non vuole rientrare in politica a questo livello”. Sull’accusa di voler imporre soltanto se stesso per la carica di premier, Faure ha detto su France 2 che “non si tratta di una questione personale”. “Nella settimana appena trascorsa abbiamo proposto altri nomi. I socialisti ritengono, ed è normale, che il partito che ha vinto le elezioni europee a sinistra è il Partito socialista, il partito in queste elezioni legislative che ha maggiore dinamismo è il gruppo socialista”.
Intanto, i tempi stringono e in queste ore l’Assemblea nazionale dovrà eleggere il nuovo presidente. L’uscente Yael Braun-Pivet è lei stessa ricandidata alla successione, ma sarà gradita a un blocco centrale diviso?
A sinistra emergono altri nomi, le ecologiste Sandrine Rousseau e Cyrielle Chatelain, e il comunista Andre Chassaigne. Negoziati che seguirà da vicino Macron, che spera che il suo partito possa restare al centro di un governo unificato.