PARIGI - L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy sarà scarcerato oggi, lunedì 10 novembre. Lo ha deciso la Corte d’Appello di Parigi, accogliendo il ricorso presentato dai suoi legali.
L’ex capo di Stato, detenuto nel carcere di La Santé dal 21 ottobre (altre fonti indicano il 25 settembre), sconterà il resto della pena in regime di libertà vigilata, dopo la condanna in primo grado a cinque anni di reclusione per i finanziamenti illeciti ricevuti da Muammar Gheddafi per la campagna elettorale del 2007.
La decisione della Corte ha scatenato la gioia in famiglia: “Viva la libertà!”, ha commentato il figlio dell’ex presidente, Louis Sarkozy, sul suo profilo X, condividendo una fotografia che lo ritrae bambino insieme al padre.
Sarkozy è intervenuto in videoconferenza all’udienza della Corte d’Appello. La sua testimonianza ha offerto un crudo resoconto della sua detenzione, un’esperienza che ha definito “dura, molto dura” ed “estenuante” per un uomo che è stato presidente della Francia e si è ritrovato a essere un semplice detenuto.
“Non avrei mai immaginato di arrivare a 70 anni e di andare in prigione. È un calvario imposto. Lascia il segno, è estenuante”, ha dichiarato, aggiungendo: “Sono consapevole della gravità delle accuse a mio carico, ma tre settimane al carcere di La Santé non cambieranno il mio atteggiamento”.
Nonostante la prova, Sarkozy ha voluto “rendere omaggio” al personale carcerario “che ha dimostrato un’umanità eccezionale e che ha reso sopportabile questo incubo”.
Il procuratore generale Damien Brunet aveva chiesto l’accoglimento della scarcerazione, ma con l’imposizione di una stretta sorveglianza. “I rischi di collusione fraudolenta e di intimidazione dei testimoni giustificano la richiesta di messa sotto sorveglianza giudiziaria,” ha dichiarato Brunet.
L’ex presidente ha colto l’occasione per ribadire la sua innocenza, rifiutandosi ancora una volta di confessare il crimine contestato: “Voglio che tutti siano convinti di una cosa: non ho mai avuto l’idea o la folle intenzione di chiedere soldi al signor Gheddafi. E non confesserò mai qualcosa che non ho fatto. Sono francese, la mia famiglia è in Francia. E rispetterò tutti gli obblighi che mi sono stati imposti”.
La decisione della Corte d’Appello di disporre la libertà vigilata, pur liberandolo dalla detenzione, mantiene dunque il controllo giudiziario sull’ex presidente.