PARIGI – Nel corso di quello che sarà probabilmente l’ultimo Consiglio dei ministri dell’attuale governo francese, il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, ha chiamato tutti i ministri a una “mobilitazione totale” per sostenere il primo ministro François Bayrou, che lunedì prossimo chiederà la fiducia in Parlamento.
“Bisogna battersi fino all’ultimo - ha detto il presidente secondo quanto riferito da uno dei partecipanti al Consiglio dei ministri che ha parlato con BFM TV - bisogna prendere in mano la propria responsabilità”.
Alla vigilia del voto di fiducia in Assemblée Nationale, che quasi certamente segnerà la fine del suo governo, Bayrou va ancora diritto per la sua strada, senza concedere nulla di concreto ai socialisti, i soli che, in teoria, potrebbero salvare il premier con i loro voti. In un’intervista a BFM-TV, Bayrou ha, al contrario, fustigato il progetto del PS - a suo parere “rischioso” - di voler succedere al suo governo.
Nel ricevere, questi giorni, le forze politiche che ancora accettano di dialogare, Bayrou ha ottenuto soltanto conferme da parte di tutte le opposizioni: voteranno in blocco il no alla fiducia, facendo cadere il suo governo.
Forte il malumore anche nella coalizione di maggioranza e nel governo stesso, con molti ministri e leader di partiti che sostengono l’esecutivo i quali criticano il metodo di chiedere la fiducia prima ancora di negoziare con tutti il contenuto della finanziaria 2026.
Ai microfoni di BFM, Bayrou ha ammesso che l’ipotesi di una caduta del suo governo è “forse realista”, ma ha aggiunto di ritenere ancora “possibile” che i deputati non votino in maggioranza contro la fiducia. Ai socialisti, non ha fatto concessioni, neppure alla vigilia dell’incontro con i leader del partito, che riceverà domani a palazzo Matignon.
Ha escluso la controproposta del PS sulla finanziaria, che invece dei suoi tagli per 44 miliardi di euro ne proporrebbe circa la metà. Il presidente Emmanuel Macron aveva tuttavia “ordinato” ai leader della maggioranza di “lavorare con i socialisti” richiamandoli al loro senso di “responsabilità” e invitandoli ad “allargare” la base di consenso del governo.
Nel frattempo, si prevede che il Rassemblement National di Marine Le Pen arriverebbe ampiamente in testa nel caso di scioglimento del Parlamento e di convocazione di nuove elezioni politiche.Lo rivela un sondaggio pubblicato da Le Figaro, in cui i partiti della coalizione che sostiene il governo attuale appaiono in netto ripiego.
In caso di nuove elezioni legislative, l’unione delle destre estreme, il RN di Marine Le Pen e lUDR di Eric Ciotti, arriverebbe in testa con il 32-33%, sia che la sinistra si presenti unita (come un anno fa con il NFP, il Nuovo Fronte Popolare, che poi si è sciolto), sia che i partiti della gauche si presentino ognuno per sé.
Nel caso di un nuovo Fronte Popolare, improbabile viste le distanze fra i socialisti e La France Insoumise, quest’ultimo otterrebbe il 25% dei voti. Uno in meno del 26 che raggiungerebbero i partiti della gauche singolarmente.
Netta la caduta del campo dei macroniani, che finirebbe al terzo posto con il 15% dei voti. Il sondaggio non tiene ovviamente conto del secondo turno, quando le forze in campo possono unirsi per fare blocco contro l’avversario, come accadde un anno fa con il “Fronte Repubblicano”. L’alleanza riuscì ad avere la meglio sull’estrema destra con la strategia delle desistenze per favorire, in ogni circoscrizione, chi si presentava contro il Rassemblement National.