L’allarme è stato innescato da un picco nella domanda di gas a seguito dell’ondata di freddo, dalla mancanza protrattasi nelle ultime settimane di energia eolica e fotovoltaica, a questi due fattori si è aggiunta la temporanea sospensione dell’erogazione dall’impianto di gas di Longford nel Victoria, la maggiore fonte di questo combustibile fossile nel sud dell’Australia.

Le tre contemporanee contingenze negative del sistema hanno portato ad un assalto alle riserve del  più grande e importante impianto di stoccaggio del gas del Victoria a Iona, circa 230 km a sud-ovest di Melbourne.

Il mercato del gas ne ha immediatamente risentito mandando alle stelle i prezzi.

Oggi gli scambi sono arrivati a quasi 30 dollari al gigajoule, livelli raggiunti l’ultima volta durante la crisi energetica di due anni fa.

Lo Australian Energy Market Operator (AEMO) ha fatto sapere che le interruzioni erano di tale natura e di tale portata da minacciare carenze di gas nei giorni di picco della domanda per i prossimi tre mesi.

“La durata probabile del rischio o della minaccia individuata è dal 19 giugno 2024 e si prevede, sulla base delle informazioni attuali, che continui fino a non oltre il 30 settembre o come altrimenti indicato da AEMO”, ha comunicato l’agenzia in una nota.

Secondo AEMO e gli osservatori del settore, i livelli di stoccaggio del gas si stanno rapidamente assottigliando data la natura articolata della crisi.

Negli stati del sud-est la recente ondata di freddo ha causato un picco nella domanda di gas per il riscaldamento.

Allo stesso tempo, la produzione eolica e solare in calo stagionale ha determinato il forte incremento compensativo della quantità di gas bruciato per produrre elettricità.

Nel frattempo, ha osservato AEMO, la produzione presso l’impianto di gas di Longford, gestito dal colosso statunitense del petrolio e del gas ExxonMobil, è stata sensibilmente ridotta a causa di esigenze di manutenzione, con la previsione di fare ritorno alla piena erogazione in data 1° luglio.

A tutto ciò va aggiunto il calo della produzione dello stesso impianto, che ExxonMobil e il suo partner in joint venture Woodside intendono portare ad una progressiva chiusura man mano che le riserve di gas nello Stretto di Bass si esauriscono.

Rick Wilkinson, amministratore delegato della società di consulenza EnergyQuest, ha affermato che la sicurezza del mercato del gas della costa orientale australiana è andata peggiorando da anni poiché gli investimenti in nuove forniture sono diminuiti.

“La mancanza di investimenti, e alcuni direbbero l’aperta ostilità verso gli investimenti dell’industria del gas negli stati del sud, ha lasciato il sud-est dell’Australia esposto alla carenza di approvvigionamento di gas”, ha detto Wilkinson.

“Questo rischio peggiorerà progressivamente man mano che i giacimenti di gas di Longford si esauriscono e non ci saranno investimenti in maggiori forniture di gas, stoccaggio o altre opzioni di gas come le importazioni di GNL”.

Nella sua comunicazione, l’AEMO ha preannunciato che potrebbe essere necessario adottare misure straordinarie per sostenere la fornitura di gas al mercato della costa orientale, dove il combustibile viene utilizzato da milioni di famiglie e da migliaia di aziende, molte di esse di grandi dimensioni.

Le misure emergenziali potrebbero forzare i produttori del Queensland a dirottare per i consumi interni le forniture di gas che vengono trasformate in forma liquida (GNL) ed esportate nell’Asia settentrionale.