ROMA – “Nessun vertice di maggioranza: non serve. I leader della coalizione di governo si vedono e si sentono continuamente e non ci sono problemi di fondo se non enunciazioni per rimarcare le proprie posizioni e la propria identità”. Così ad Affaritaliani.it il portavoce nazionale di Forza Italia e vice capogruppo vicario alla Camera Raffaele Nevi interviene sulle tensioni nel governo e in particolare tra i due vicepresidenti del Consiglio Antonio Tajani e Matteo Salvini. 

“I toni sono diversi, ovvio, ma non è una novità. Così come le differenze che abbiamo in Europa e infatti siamo in famiglie diverse. Tajani lunedì ha spiegato che vuole fare un partito serio e non superficiale e non fatto di quaquaraquà, ma non ha detto che la Lega è un partito di quaquaraquà. In Parlamento la settimana scorsa abbiamo votato uniti la risoluzione della maggioranza – quello conta. Poi i giornali ricamano sulle differenze, lo sappiamo. Ma non ci sono problemi nella maggioranza e non ci sarà nessun vertice per fare chiarezza. Tajani semmai è molto dispiaciuto per gli attacchi di bassissimo livello ricevuti dal Pd e da personaggi come Zingaretti. È a sinistra che ci sono le divisioni, non nel centrodestra”, conclude Nevi. 

A cercare di placare le polemiche anche il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, a Bergamo per l’inaugurazione di un sottopasso: “C’è un governo solido, compatto con le idee chiare che fino al 2027 lavorerà con l’unico obiettivo di difendere l’interesse nazionale”. “Penso che parlasse di quella sinistra che fa sempre di tutto per fermare l’interesse nazionale”, il segretario della Lega cerca di stemperare gli animi di fronte alle critiche di Antonio Tajani e definisce “ottimo” il suo rapporto con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, negando frizioni con lei e con Tajani anche per la sua telefonata con il vicepresidente degli Usa James David Vance: “Se il vicepresidente del Consiglio chiama il vicepresidente degli Usa che problema c’è? C’è un piano da mille miliardi di dollari di investimenti nelle infrastrutture negli Stati Uniti per portare l’alta velocità con aziende italiane”. “Certamente non ci saranno crisi di governo. Gli elettori vogliono un governo di centrodestra che sta governando bene e non perdonerebbero a nessuno di mettere in crisi questa formazione, anche perché le alternative sarebbero da fare accapponare la pelle. Ci sta che i vari partiti avendo, soprattutto sul tema europeo un posizionamento diverso, possano a volte avere qualche scaramuccia”. Posizioni interne compatte, confermate anche da Riccardo Molinari capogruppo alla Camera della Lega a margine di un convegno sul Ddl Sicurezza a Torino, organizzato dal Sindacato autonomo di Polizia. “La Lega non ha sostenuto Ursula von der Leyen - ha continuato Molinari -; la Lega fa parte di una coalizione in Europa che ha sempre contestato le politiche di questa Commissione, anche sull’ultimo piano di riarmo. Il partito di Tajani è un partito invece che fa parte di quella maggioranza, quindi posso capire magari il suo disagio: sono posizionamenti diversi, noti già da quando ci siamo messi insieme per fare il governo”.  

Per quanto riguarda lo scambio di battute Salvini-Tajani sulla politica estera, Molinari sottolinea: “Ho trovato più inopportune le esternazioni di Tajani perché Salvini come vicepremier, come ministro e come capo partito penso che sia libero di dialogare con chi vuole, visto e considerato che poi anche la linea sulla politica estera ha visto una grande unitarietà del centrodestra che ha votato una risoluzione con un mandato chiaro a Meloni, mentre le opposizioni sono divise”, ha continuato. “Quindi io non ho capito la reazione di Tajani. Eviterei di creare incomprensioni o fare dei distinguo perché mi pare che il governo sia compatto, unito e stia andando in una direzione giusta anche in politica estera”.

Di parere contrario la segretaria del Pd, Elly Schlein: “Ormai siamo alla guerriglia quotidiana dentro la maggioranza di govern: Lega e Forza Italia continuano a litigare sulla politica estera mentre Giorgia Meloni non riesce a prendere una posizione chiara. Forza Italia dichiara che ‘non ci sono problemi di fondo se non enunciazioni che rimarcano la propria identità’. Tipo ‘Tajani deve farsi aiutare’ o ‘Meloni non ha il mandato’. È un governo ormai allo sbando in una contingenza geopolitica che richiederebbe, invece, serietà. Un governo che non ha saputo dare risposte nemmeno sul fronte interno, sulla sanità pubblica, ad esempio, che Giorgia Meloni continua a mortificare tagliandola progressivamente. Il governo naviga a vista e anche oggi, agli italiani e ai loro problemi, il governo ci penserà domani”.