ROMA - Potrebbe arrivare a un miliardo di euro la cifra totale dei risarcimenti al Fisco - alcuni già versati e per oltre 600 milioni e altri in via di definizione o di accordo nei prossimi mesi - che sarà recuperata a seguito delle indagini della Procura di Milano che negli ultimi anni hanno portato ad una serie di sequestri per frode fiscale e sfruttamento della manodopera su colossi dei settori della logistica, dei trasporti, della grande distribuzione e della vigilanza privata.
Inchieste, come quelle che nei giorni scorsi hanno portato a congelare un totale di oltre 33 milioni con decreti distinti dei pm Paolo Storari e Valentina Mondovì, ed eseguiti dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, a carico della catena di supermercati Iperal e di Kuehne+Nagel srl.
Investigazioni che vedono al centro un sistema, anche basato su false fatture, attraverso il quale grandi aziende si garantiscono tariffe “altamente competitive” sul mercato, sostanzialmente appaltando manodopera in modo irregolare a cooperative e a società-filtro.
Queste attività permettono lo sfruttamento di lavoratori a cui non vengono versati oneri e contributi previdenziali, oltre a pratiche di concorrenza considerata sleale.
Negli ultimi anni, questo tipo di inchiesta ha portato a molti sequestri, come nei casi Dhl, Amazon, Gls, Lidl, Brt, Geodis, Esselunga, Securitalia, Ups, Gxo, FedEx, solo per citarne alcuni.
Una delle ultime società a versare 60 milioni di euro all’Agenzia delle Entrate è stata GS spa, del gruppo dei supermercati Carrefour Italia, e prima avevano risarcito, tra gli altri, anche Ups ed Esselunga. Sarebbe pronta a farlo a breve anche Amazon, così come le altre società coinvolte nei sequestri più recenti degli ultimi mesi.
Nel frattempo, come è emerso da dati Inps, tutte le varie imprese coinvolte, dopo le indagini, hanno stabilizzato in tutto oltre 49mila lavoratori, prima in balia delle cosiddette “società serbatoio”.