SYDNEY - Josh Frydenberg si prepara a tornare in politica federale dopo un intervento pubblico di forte impatto pronunciato durante la commemorazione delle vittime dell’attacco terroristico di Bondi Beach.
L’ex ministro ha definito la strage “la più grande macchia nella storia della nazione”, accusando il governo guidato dal primo ministro Anthony Albanese di non aver contrastato con decisione la crescita dell’antisemitismo in Australia.
Parlando al Bondi Pavilion davanti a leader religiosi, politici e familiari delle vittime, Frydenberg ha detto di essere presente “per piangere, ma anche per avvertire”. Secondo l’ex ministro, senza “azioni urgenti, senza precedenti e forti” da parte dei governi federale e statali, il Paese rischia di ritrovarsi presto a piangere nuove vittime di attacchi terroristici. “Quanto accaduto era prevedibile”, ha aggiunto.
Il discorso ha assunto toni particolarmente duri quando Frydenberg ha chiamato direttamente in causa Albanese, chiedendogli di assumersi una responsabilità personale per l’attentato che ha colpito la comunità ebraica e ha causato 15 morti, tra i quali una bambina di dieci anni. “I nostri governi hanno fallito nel contrasto all’odio e all’antisemitismo”, ha affermato, sostenendo che l’Australia si sia “radicalizzata” sotto l’attuale esecutivo.
Frydenberg ha invocato il bando per organizzazioni estremiste e predicatori dell’odio, accusando le autorità di aver permesso loro di prosperare. Ha chiesto l’avvio di procedimenti giudiziari contro chi incita alla violenza e ha sollecitato il primo ministro a istituire una Royal Commission per fare piena luce sulle falle nella sicurezza e sulle responsabilità politiche. Nel mirino anche la gestione dell’immigrazione e dei controlli di sicurezza, definita insufficiente rispetto ai rischi legati a contesti di terrorismo internazionale.
Un altro punto centrale del suo intervento è stato il mancato recepimento delle raccomandazioni contenute nel rapporto presentato oltre cinque mesi fa dall’inviata speciale per la lotta all’antisemitismo, Jillian Segal.
Secondo Frydenberg, quelle indicazioni avrebbero dovuto essere attuate con maggiore rapidità, proprio per rafforzare la protezione delle comunità più esposte.
Sul piano politico, il discorso è stato interpretato come un chiaro segnale di ritorno. Secondo diverse fonti interne al Partito liberale, Frydenberg avrebbe comunicato ai vertici l’intenzione di rientrare in Parlamento candidandosi nuovamente a Kooyong alle elezioni del 2028, dopo la sconfitta del 2022 contro l’indipendente Monique Ryan.
L’intervento di Bondi segna così un momento di svolta per l’ex ministro del Tesoro: un ritorno pubblico carico di accuse, richieste drastiche e un messaggio politico che punta a riportarlo al centro del dibattito nazionale, in un clima segnato da tensioni sulla sicurezza, sull’antisemitismo e sulla leadership del Paese.