TORRE ANNUNZIATA - La Procura di Torre Annunziata ha iscritto nel registro degli indagati 25 persone, tra cui il presidente dell’Eav Umberto De Gregorio, nell’ambito delle indagini sul disastro della funivia del Faito, costato la vita a quattro persone.  

L’iscrizione si è resa necessaria in vista di un accertamento tecnico irripetibile, per il quale il conferimento dell’incarico ai periti è fissato per il 23 maggio. 

Il procedimento fa seguito alla tragedia avvenuta il 17 aprile scorso, quando una cabina della funivia, ancora agganciata alla fune, ha improvvisamente perso quota schiantandosi a valle, causando la morte di quattro persone: Janan Suliman, turista israelo-palestinese di 25 anni, i coniugi britannici Elaine Margaret e Derek Winn, rispettivamente di 58 e 65 anni, e Carmine Parlato, macchinista dell’impianto.

Gravemente ferito anche il fratello di Janan, Thabet Suliman, tuttora ricoverato in gravi condizioni all’Ospedale del Mare di Napoli. 

In un primo momento erano stati iscritti nel registro degli indagati quattro dirigenti e tecnici dell’Ente autonomo volturno, gestore dell’impianto: Marco Imparato (responsabile di esercizio e manutenzione), Pasquale Sposito (direttore operativo), Giancarlo Gattuso (dirigente infrastrutture) e Pasquale Di Pace (capo impianto).  

A loro la Procura contesta il disastro e l’omicidio colposo plurimo nella forma continuata, ma l’indagine si allarga, con l’ipotesi che le responsabilità gestionali e tecniche siano più estese di quanto inizialmente ipotizzato. 

Nel mirino degli inquirenti ci sono diversi aspetti: la fune d’acciaio, l’inefficacia del sistema frenante, la regolarità della manutenzione — inclusa un’ispezione settimanale prevista proprio per il giorno prima dell’incidente — e anche i tempi della chiamata d’emergenza.  

Mentre l’ipotesi che la tragedia possa essere stata causata dal maltempo è stata esclusa, i dubbi tecnici restano numerosi e saranno al centro delle perizie disposte dai magistrati del pool coordinato dal procuratore Nunzio Fragliasso.