VERBANIA - L’udienza preliminare per l’incidente della funivia del Mottarone, in cui tre anni e mezzo fa morirono 14 persone, dovrà essere celebrata da capo. Nel corso dell’udienza, la Gup Rosa Maria Fornelli non ha revocato la propria ordinanza e ha restituito il fascicolo al procuratore Olimpia Bossi e al Pm Laura Carrera. Prima dell’estate era attesa la decisione del giudice sulla richiesta di rinvio a giudizio degli imputati da parte della Procura verbana.  Il giudice ha anche rigettato le eccezioni sollevate dalle difese.
A questo punto, il procedimento per l’incidente nell’impianto funiviario di Stresa, avvenuto il 23 maggio del 2021, dovrebbe tornare indietro alla fase della chiusura delle indagini e di una nuova richiesta di rinvio a giudizio, con la fissazione di una seconda udienza preliminare.

La prima udienza preliminare si era aperta il 17 gennaio: 10 mesi più tardi, dopo due ore in Camera di consiglio, la giudice Fornelli ha deciso di restituire gli atti alla procura. Una regressione nel processo attesa, dopo che nelle scorse udienze in tribunale a Verbania era andato in scena uno scontro sulla formulazione delle ipotesi di reato, con i pm che si erano opposti alla richiesta formulata dal gup di modificare i capi d’imputazione escludendo le aggravanti dell’antinfortunistica e la sussistenza dei reati dolosi.

Il 18 giugno, la Procura del capoluogo piemontese aveva chiesto sette rinvii a giudizio: per Luigi Nerini, il titolare della società che gestiva l’impianto di risalita di Stresa, per l’allora caposervizio Gabriele Tadini, per il direttore d’esercizio Enrico Perocchio, per Martin Leitner, vicepresidente di Leitner, per Peter Rabanser, responsabile del customer service, e per le due società Ferrovie del Mottarone e Leitner. Nei confronti del presidente del Cda di Leitner, Anton Seeber, aveva invece avanzato richiesta di proscioglimento per mancanza di elementi, non avendo lo stesso le deleghe societarie sugli impianti a fune.

Un mese più tardi, il 23 luglio, anziché decidere sulle richieste formulate dalla Procura, la Gup aveva chiesto ai Pm di modificare i capi d’imputazione, richiesta alla quale, nell’udienza del 12 settembre, la procura si è opposta, sostenendo che il giudice dell’udienza preliminare non abbia “il dominio incontrastato” sulla “qualificazione giuridica dei fatti (...) che comporti una riduzione delle constatazioni” e che non abbia poteri tali “da comportare situazioni in cui in cui il pubblico ministero, al fine di evitare la restituzione degli atti e la regressione del procedimento, si trovi, di fatto, costretto a stravolgere l’impianto accusatorio”.

Verso le 12.30 di domenica 23 maggio 2021, la cabina numero 3 della funivia si stava apprestando a entrare nella stazione di monte in vetta al Mottarone, quando si verificò un cedimento strutturale della fune traente. La cabina, dopo un brusco rimbalzo, retrocesse a forte velocità, per poi sganciarsi dalla fune portante in corrispondenza di uno dei piloni del tracciato e schiantarsi al suolo, dopo una caduta di oltre 20 metri, in una zona boschiva lontana da strade carrabili, il che rese inizialmente difficile l’opera di soccorso. Delle 15 persone presenti a bordo della cabina coinvolta nell’incidente, 14 sono decedute mentre una sola è rimasta gravemente ferita (Eitan Biran, cinque anni).