NUOVA DELHI – I leader del G20 salvano l’unità al prezzo di un accordo al ribasso sull’Ucraina (che delude Kiev), tra gli sforzi sulla transizione energetica e la lotta ai cambiamenti climatici che non soddisfano appieno le attese.
Il premier indiano Narendra Modi evita, con l’appoggio del presidente americano Joe Biden, che il suo summit a Nuova Delhi si concluda per la prima volta senza una dichiarazione conclusiva, incassa l’ingresso a pieno titolo dell’Unione africana nel gruppo dei principali Paesi più industrializzati ed emergenti e fa approvare varie iniziative, tra cui la Global Biofuel Alliance per favorire la diffusione dei biocarburanti e la transizione energetica a livello globale.
Il G20 nella dichiarazione finale denuncia “l’uso della forza” in Ucraina per conquiste “territoriali”, non menzionando però in forma esplicita l’aggressione della Russia. Per altro verso, i leader denunciano che le “crisi a cascata” rappresentano una minaccia per la crescita globale a lungo termine. “Tutti gli Stati devono astenersi dalla minaccia o dall’uso della forza per perseguire l’acquisizione territoriale contro l’integrità territoriale e la sovranità o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato”. In più, il G20 ribadisce che “l’uso o la minaccia di uso di armi nucleari è inammissibile”, si legge nel documento.
Il G20 richiede inoltre la “piena, tempestiva ed efficace attuazione” dell’accordo sul grano, “efficace per garantire consegne immediate e senza ostacoli di grano, prodotti alimentari e fertilizzanti e input agricoli provenienti dalla Federazione Russa e dall’Ucraina. Questo è necessario per soddisfare la domanda nei Paesi in via di sviluppo e meno sviluppati, in particolare quelli africani”.
“Apprezziamo gli sforzi – continua la premessa di questo paragrafo della dichiarazione - della Turchia e gli accordi di Istanbul mediati dalle Nazioni Unite che consistono nel Memorandum d’intesa tra la Federazione Russa e il Segretariato delle Nazioni Unite sulla promozione dei prodotti alimentari e dei fertilizzanti russi ai mercati mondiali e l’iniziativa per il trasporto sicuro dei cereali e prodotti alimentari provenienti dai porti ucraini (Iniziativa del Mar Nero)”.
Nella dichiarazione finale di Bali, fu usato il termine “guerra” contro il volere di Russia e Cina, con la “condanna” da parte della “maggioranza dei membri”. Forte il contrasto dei toni e forte, come prevedibile, la delusione di Kiev: “L’Ucraina è grata ai partner che hanno cercato di includere una formulazione forte nel testo. Allo stesso tempo, il Gruppo dei 20 non ha nulla di cui essere orgoglioso”, ha notato con amarezza Oleg Nikolenko, portavoce del ministero degli Esteri ucraino.
I leader del G20 spingono poi sul fronte della transizione energetica e si impegnano a sostenere gli sforzi per triplicare la capacità globale di energia rinnovabile entro il 2030. Il gruppo delle principali economie sviluppate ed emergenti “perseguirà e incoraggerà gli sforzi per triplicare la capacità di energia rinnovabile”, riporta la dichiarazione finale dei leader.
Mancano, tuttavia, gli impegni temporali sull’eliminazione dei combustibili fossili, a dispetto delle indicazioni dell’Onu ad “accelerare gli sforzi verso l’eliminazione graduale dell’energia a carbone”.