Era possibile vincere. Purtroppo la campagna degli Oscar non è andata come doveva andare, non abbiamo avuto il distributore americano giusto che ha investito quello che andava investito e poi, soprattutto, nessuno ci ha detto che si poteva correre in tutte le categorie. Una cosa che fa la differenza perché è una gara in cui non tutti partono alla pari. Se corri per tutte le categorie hai come votanti tutti i 10.000 dell’Academy, mentre per la categoria miglior film straniero a votare sono solo in mille”. Così Matteo Garrone si toglie qualche sassolino dalle scarpe riguardo il suo “Io capitano” che ha corso agli Oscar nella categoria film Internazionali dove ha poi vinto “La zona d’interesse” del regista inglese Jonathan Glazer.

E ancora il regista sempre sul tema Oscar: “Gli inglesi votanti sono poi ben 900, mentre gli italiani poco più di cento. Insomma con l’iscrizione in tutte le categorie avremmo avuto più chance”. Garrone aggiunge poi: “‘Io capitano’ è comunque un film davvero strano. È stato rifiutato da alcuni festival e da tanti distributori e anche il fondo europeo di Euroimages, che in genere ha sempre sostenuto i miei film, questa volta ha detto no. Non ho avuto nessuna motivazione scritta, ma quando poi l’ho chiesto mi hanno detto che era stato bocciato: ‘perché trattava un tema cosi drammatico in maniera avventurosa’”.

E il regista de “L’imbalsamatore” ricorda divertito anche quanto successo a Bruxelles: “Abbiamo fatto una proiezione nella sede del Parlamento europeo dove il film ha ricevuto una lunga standing ovation. E poi, solo due settimane dopo, hanno fatto, in quello stesso Parlamento, una legge sui migranti anche peggiore”. Garrone sottolinea poi come questo film sia una vera e propria “Odissea contemporanea”.