ROMA - “Non escludere a priori”: la formula, seppur ipotetica, non ha evitato la spaccatura dell’asse fra Pd, M5s e Alleanza verdi e sinistra. Perché, dopo quella formula, c’è il riferimento a una collaborazione con la Russia per l’approvvigionamento di gas. Troppo, anche per gli alleati rossoverdi che votano a favore della risoluzione M5s sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni, tranne sul punto 32. Quello, appunto, che fa sobbalzare gli alleati. Nessuno, fra i deputati dell’asse di centrosinistra, si aspettava di leggere quelle parole, tanto che anche un esponente di spicco di Avs ammette: “Ho dovuto rileggerla due volte, chissà a cosa pensavano...”.

La risoluzione Cinque Stelle viene rilanciata dagli organi di stampa mentre i dem sono riuniti in Sala Berlinguer per decidere la posizione da tenere in Aula. All’uscita, i rappresentanti riformisti non nascondono lo sconcerto: “Questa non la votiamo”. Lorenzo Guerini, attorniato dai giornalisti, lo dice chiaramente: “Se si vota per punti, io quella roba non la voto”. E, d’altra parte, anche in un precedente passaggio parlamentare l’ex ministro ha preso una posizione diversa da quella del partito non astenendosi sulla risoluzione M5s sul riarmo, ma votando contro alcuni suoi punti. Davanti a quella che viene letta come un’apertura alla Russia e a Putin, il gruppo si interroga e, alla fine, decide di non soprassedere e vota ‘no’.

Netto il senatore Filippo Sensi: “Leggo che nella risoluzione di un partito non si esclude ‘una possibile collaborazione con la Russia’ sul gas. Lo trovo irricevibile. Sconvolgente sia presentato con Kiev martellata dalle bombe”. Altrettanto duro Carlo Calenda: “La vergognosa mozione del M5s, tra disarmo unilaterale, abbandono dell’Ucraina e ripresa della dipendenza dal gas russo, sembra scritta da Putin”.

Per il leader di Azione si tratta di un colpo inferto alla costruzione dell’alternativa al governo Meloni: “Credo che a questo punto il Pd e la sua segretaria Elly Schlein debbano prendere atto che non può esserci una proposta di governo alternativa alla destra da chi ha una linea di politica estera sulla Russia identica a quella di Salvini. Poi fate voi”.