TEL AVIV - Tra i luoghi colpiti figurano un internet point vicino fronte mare e quattro scuole. L’escalation avviene mentre cresce, sia in Israele sia a livello internazionale, la pressione per porre fine a una guerra che dura da 20 mesi.
Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, oltre 56mila palestinesi sono stati uccisi dall’inizio del conflitto, la maggior parte civili. Le forze israeliane hanno ordinato nuove evacuazioni nel nord della Striscia e avanzano con carri armati nei quartieri orientali di Gaza City.
I raid di ieri hanno colpito anche scuole dove si rifugiavano famiglie sfollate, causando numerose vittime, tra cui donne, bambini e un giornalista. La stampa locale parla di attacchi che hanno causato danni enormi e un clima di terrore tra la popolazione.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sarà alla Casa Bianca il 7 luglio per discutere con il presidente Donald Trump un possibile cessate il fuoco, mentre il ministro israeliano Ron Dermer è già a Washington per colloqui con funzionari statunitensi.
L’opposizione israeliana, guidata da Yair Lapid, ha chiesto la fine immediata della guerra, definendola dannosa per la sicurezza e per l’economia del Paese.
Le Forze armate israeliane hanno ammesso che civili palestinesi sono stati colpiti durante la distribuzione di aiuti, promettendo misure correttive. Da maggio, sarebbero oltre 400 le vittime palestinesi che hanno perso la vita nel tentativo di ottenere aiuti umanitari.
Intanto, Qatar ed Egitto intensificano i contatti per mediare un nuovo cessate il fuoco, ma i negoziati restano incerti. Un recente sondaggio indica che quasi due terzi degli israeliani desiderano la fine della guerra.