GAZA - La Federazione internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (IFRC) e le Nazioni Unite hanno espresso “indignazione” e “orrore” per la morte di 15 medici e soccorritori palestinesi per mano delle forze israeliane nel Sud di Gaza e hanno chiesto “risposte e giustizia”. È quanto riporta la Bbc.
Le organizzazioni hanno denunciato che otto medici palestinesi, sei soccorritori della Protezione Civile e un membro dello staff delle Nazioni Unite sono stati presi di mira dall’esercito israeliano, mentre andavano a raccogliere i feriti. I loro corpi, denunciano entrambe le organizzazioni, sono stati sepolti in una fossa comune, senza che sia stato permesso loro di accedervi fino a 5 giorni dopo gli eventi.
“Sono stati uccisi dalle forze israeliane, mentre cercavano di salvare delle vite. Chiediamo risposte e giustizia”, ha denunciato Tom Fletcher, responsabile degli Affari umanitari delle Nazioni Unite. Quindici corpi sono stati recuperati dal sito domenica.
La Mezzaluna Rossa di Gaza ha dichiarato domenica di aver recuperato gli otto corpi dei medici, che facevano parte del suo personale, dopo sette giorni di silenzio e di impossibilità di accedere all’area di Rafah, in cui sono stati visti per l’ultima volta.
L’organizzazione ha identificato i morti come gli ufficiali di ambulanza Mostafa Khufaga, Saleh Muamer e Ezzedine Shaath, e i volontari del primo soccorso Mohammad Bahloul, Mohammed al-Heila, Ashraf Abu Labda, Raed al-Sharif e Rifatt Radwan. E ha aggiunto che un altro addetto all’ambulanza, Assad al-Nassasra, risulta ancora disperso.
“Sono affranto. Questi solerti agenti di ambulanza stavano curando i feriti. Erano operatori umanitari”, ha dichiarato il segretario generale della Mezzaluna Rossa, Jagan Chapagain, assicurando che gli operatori sanitari “indossavano emblemi che avrebbero dovuto proteggerli” e “le loro ambulanze erano chiaramente identificate”.
Chapagain ha continuato dicendo che “anche nelle zone di conflitto più complesse esistono delle regole. Le regole del diritto internazionale umanitario sono inequivocabili: i civili devono essere protetti; gli operatori umanitari devono essere protetti; i servizi sanitari devono essere protetti”.
Il capo dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha) a Gaza, Jonathan Whittall, ha dichiarato in un post su X che il suo staff ha sostenuto la Mezzaluna Rossa e la Difesa Civile nel recupero di corpi da “una fossa comune” che “è stata segnata con la luce di emergenza di una delle loro ambulanze distrutte”.
Inoltre, Whittall in una dichiarazione ha detto che “gli operatori sanitari non dovrebbero mai essere un bersaglio, eppure eccoci qui oggi a scavare una fossa comune di soccorritori e paramedici”, mentre in video si vedono bulldozer e medici cercando resti umani in una trincea dietro di lui.
Il direttore di Ocha a Gaza ha aggiunto che il personale disposto nelle ricerche ha trovato i veicoli parzialmente sepolti ed è riuscito a recuperare il corpo di un operatore della Protezione Civile sotto il camion dei pompieri.
La Società della Mezzaluna Rossa palestinese si è detta sconvolta dal “massacro” della sua squadra: “Gli attacchi contro i medici della Mezzaluna Rossa, nonostante lo status protetto della loro missione e l’emblema della Mezzaluna Rossa, non possono che essere considerati un crimine di guerra punibile secondo il diritto umanitario internazionale”, ha dichiarato in un comunicato.
Ai funerali dei medici, lunedì, il padre di Ashraf Abu Labda, uno dei morti, ha dichiarato alla Bbc che le truppe israeliane “li hanno uccisi a sangue freddo”. Nasser Abu Labda ha assicurato che hanno provato a cercarli per otto giorni.
Le Forze di difesa usraeliane (Idf) hanno dichiarato in un comunicato che, durante un’operazione nel sud di Gaza il 23 marzo, “sono stati identificati alcuni veicoli che si muovevano in modo sospetto verso le loro truppe senza fari o segnali di emergenza” e “il loro movimento non era coordinato in anticipo”, quindi “le truppe Idf hanno aperto il fuoco contro i veicoli sospetti”.
Dopo una prima valutazione, hanno aggiunto che “è stato stabilito che le forze avevano eliminato un agente militare di Hamas, Mohammad Amin Ibrahim Shubaki, insieme ad altri otto terroristi di Hamas e della Jihad islamica palestinese”. Infine, “dopo l’attacco, l’Idf si è coordinato con le organizzazioni internazionali per facilitare l’evacuazione dei corpi”.
L’Idf ha anche condannato quello che ha definito “l’uso ripetuto di infrastrutture civili da parte di organizzazioni terroristiche” e non fatto alcun commentato a proposito del medico che è ancora scomparso.