EDIMBURGO - La situazione della crisi umanitaria a Gaza ha palesato una divergenza di opinioni anche tra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente statunitense Donald Trump.  

“Non c’è fame a Gaza, non c’è una scelta politica di er affamare Gaza, e vi assicuro che siamo impegnati a raggiungere i nostri obiettivi di guerra”, ha scritto su X il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ribadendo l’intenzione di continuare a combattere “finché non otterremo il rilascio dei nostri ostaggi e la distruzione delle capacità militari e di governo di Hamas”. 

Il presidente statunitense, Donald Trump, ai giornalisti che, prima dell’incontro in Scozia con il primo ministro britannico Starmer, gli hanno chiesto se fosse d’accordo con le dichiarazioni di Netanyahu ha risposto: “Non particolarmente”.

“Da quello che ho visto in tv, i bambini lì sembrano avere molta fame”, ha sostenuto il capo della Casa Bianca, annunciando anche l’intenzione di aprire dei nuovi centri di distribuzione per gli aiuti. 

“Israele ha una grande responsabilità per il flusso degli aiuti a Gaza. Possiamo salvare molte persone, c'è una fame vera, non puoi fingere”, ha aggiunto Trump.

Intanto, secondo quanto riferito da Mahmud Bassal, portavoce della protezione civile nella Striscia, sedici palestinesi sono stati uccisi in attacchi israeliani a Gaza, tra cui cinque in un bombardamento notturno su un edificio residenziale nel distretto di Al-Mawasi, nella parte meridionale della Striscia di Gaza.  

Tra le vittime ci sarebbe anche una donna incinta, ha dichiarato la Mezzaluna Rossa Palestinese, aggiungendo che le squadre di soccorso sono riuscite comunque a salvare il feto, eseguendo un taglio cesareo in un ospedale da campo.

Altre cinque persone sono state uccise in un attacco aereo a Khan Yunis e sei persone sono state uccise in due attacchi separati a Gaza City e nella zona centrale di Gaza, ha aggiunto il portavoce della protezione civile.  

Dall’ospedale Al-Awda di Gaza centrale, nel campo di Nuseirat, è stato riferito che una persona è stata uccisa e nove ferite quando le forze israeliane hanno aperto il fuoco sui palestinesi in attesa di aiuti nella zona centrale di Gaza.

Nel frattempo, per la prima volta dall’inizio del conflitto anche due ong israeliane, B’Tselem e Medici per i Diritti Umani, hanno pubblicato due rapporti diversi secondo cui “Israele sta commettendo un genocidio a Gaza”.

Yuli Novak, direttrice esecutiva di B’Tselem, durante una conferenza stampa a Gerusalemme ha dichiarato: “Nulla ti prepara alla consapevolezza di far parte di una società che sta commettendo un genocidio. Questo è un momento profondamente doloroso per noi”.