SYDNEY - Un rientro emozionante per gli alunni dell’Italian Bilingual School, tornati a tempo pieno sui banchi di scuola questa settimana. Gli insegnanti erano all’istituto già dall’inizio del Term e sebbene l’IBS utilizzi abitualmente piattaforme virtuali, con la chiusura ha implementato nuovi strumenti come Google Classroom e Zoom. “Ci siamo organizzati fin da subito – spiega la vice preside e insegnante dell’Anno 6 Giuseppina Pappalardo –, [e solo qualche] capriccio della tecnologia ha reso a volte difficile l’interazione con i ragazzi”.

Per la vice preside è stata un’esperienza interessante che ha permesso di vedere un lato diverso degli allievi, non solo accademico ma anche personale, capendo cosa piace loro così da poter migliorare  l’offerta didattica. 

La giornata ‘virtuale’ dell’IBS prevedeva la divisa da indossare ogni giorno, un incontro mattutino per spiegare le attività quotidiane e almeno due lezioni dal vivo su Zoom di circa 30-45 minuti, oltre a qualche video registrato. Il resto del tempo era dedicato al lavoro autonomo o con i genitori.  

“Ho visto dei cambiamenti in alcuni ragazzi che avevano difficoltà in aula. Per loro, la situazione è migliorata. Il contesto è diverso, a casa non sono circondati da altri ragazzi, alcuni si sono davvero concentrati, hanno avuto più tempo per completare il lavoro, sono stati guidati anche dai genitori e avevano un insegnante a disposizione per feedback immediati”, ha commentato la preside Sara Villella. Un po’ più difficile è stato per chi vede la scuola come un importante momento di aggregazione al di fuori della famiglia o per i bimbi più piccoli che “stanno ancora ‘imparando a imparare’ e non sanno quando prendere appunti, come e dove raccogliere le informazioni”. “Alcuni erano veramente persi e andavano guidati in tutto”. Competenze che, aggiunge Pappalardo, non si possono dare per scontate nemmeno all’Anno 6.

Un’ultima nota positiva è la maggiore comunicazione con i genitori: “Tanti ci hanno detto ‘Adesso capiamo perché fate tante cose’. Hanno seguito i ragazzi nel percorso e avevano tante domande. I genitori sono entrati in aula con gli insegnanti e i propri bambini”.