“Qual è la vostra visione sui giovani? Come possono i giovani aiutare, rafforzare e sostenere il lavoro delle istituzioni e delle associazioni a beneficio della comunità italo-australiana?”.

Queste sono le domande che il presidente del GIA Network (network dei giovani italo-australiani), Domenico Stefanelli, ha posto ai rappresentanti delle istituzioni italiane Coasit, Comites, Consolato, Camera di commercio ed Enit e agli ospiti presenti lunedì scorso all’evento dal tema “Sistema Italia”, dove il GIA, che funge da trait d’union tra istituzioni italiane in Australia e giovani emigranti italiani, ha creato un’altra opportunità di networking posizionandosi come voce diretta delle esigenze della nuova forza migratoria sia temporanea che permanente.

L’evento, organizzato proprio in occasione della Festa dei Lavoratori, nella sede della suggestiva Doltone House, ha visto la partecipazione di più di 150 persone a testimonianza dell’enorme supporto che la comunità continua a dare a questo giovane sodalizio, che ha come obiettivo quello di “rafforzare la comunità italiana, promuovendo la collaborazione tra le diverse generazioni di italo-australiani attraverso l’organizzazione di eventi sociali, professionali, sportivi e istituzionali”, come ha specificato Stefanelli durante il suo discorso di benvenuto.

L’instancabile comitato esecutivo del GIA è composto, oltre che dal presidente Stefanelli, dalla vicepresidente Asja Borin, la segretaria Cristina Casanovi e il tesoriere Giuseppe Musmeci. Del consiglio direttivo fanno parte Marco Belviso, Liliana Paolillo, Amanda Iurlo, Susanna Montrone, Giuseppe Quatraro, Marco Tavilla e Giuseppe Gandolfo con il coordinatore Marco Abbondanza.

 Il GIA, progetto che è stato avviato da Isabella Restifa nel 2000 e che ha continuato a prendere forma nel 2018 con il nuovo direttivo guidato da Christian Bracci, oggi è una realtà che si propone di continuare l’eredità dei fondatori seguendo gli stessi principi e gli stessi valori della sua fondazione ovvero “assicurarci che le decine di migliaia di giovani italiani che arriveranno in Australia nel prossimo futuro con visti permanenti o temporanei avranno, nell’esistenza del GIA Network e dei suoi volontari, una rete di protezione a cui possono fare affidamento”, come ha sottolineato Felice Montrone, definito mentore e guida dagli stessi ragazzi del GIA, nel suo discorso dove ha colto un punto importante e cruciale per il giovane sodalizio.

All’evento era presente anche la viceconsole Caterina Pascali che ha sottolineato l’importanza della presenza associazionistica italiana in terra straniera definendola “una fondamentale colonna portante del tessuto sociale e può avere un peso determinante nella collettività. Spesso il cambiamento del prossimo futuro, parte proprio da queste piccole realtà, associazioni, start up, network, piccole realtà ma grandi cellule sociali che sanno guardare ai bisogni reali”.

Ed è proprio a bisogni reali a cui il GIA ha risposto dalla sua nascita, dimostrando in varie occasioni di essere presente come rete di protezione per i giovani già durante la pandemia, con l’iniziativa della Fondazione Padre Atanasio Gonelli e di Italian Media Corporation, dove sono stati raccolti oltre 140.000 dollari trasformati in buoni spesa a supporto di tutti i possessori di visto temporaneo in difficoltà finanziarie, contribuendo con altri 30.000 dollari in pacchetti finanziari durante il successivo lockdown e con la distribuzione dei RAT test nel gennaio 2022.

Il GIA ha anche organizzato numerosi eventi sociali e culturali e ha svolto un ruolo attivo e continuo stabilendo una presenza sempre più riconosciuta all’interno della comunità italo- australiana.

E parlando di cultura, Paolo Barlera, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, ha risposto alle domande dei giovani incoraggiandoli all’incontro e allo scambio di idee.

“La cultura è anche valori, conoscenza della società, consapevolezza di quello che ci sta intorno e credo che si debba cercare di adottare modelli alternativi e interattivi e questa sera credo che sia un esempio ideale, un momento in cui ci incontriamo e cerchiamo di scambiare idee e di creare alleanze, conoscerci meglio per fare delle cose insieme”, ha detto.

Barlera ha anche esortato i giovani alla partecipazione e all’esercizio di “una cittadinanza attiva, sociale, politica e culturale, per la creazione di una realtà comune, con obiettivi condivisi, dove si può, attraverso il discorso e lo scambio, costruire una rete di rapporti basati sulla reciprocità e sulla solidarietà, confrontandosi in una rete solida e sicura dalla quale far partire il cambiamento”.

 Anche Simona Bernardini, trade commissioner dell’Italian Trade Agency, ha risposto alle domande poste: “I giovani sono importanti perché sono la nuova linfa che serve alla trasmissione delle conoscenze e delle competenze che a loro volta servono al cambiamento e alla transizione. Senza i giovani non c’è cambiamento e non c’è innovazione”, ha detto

Bernardini ha citato statistiche di commercio estero ricordando che l’Italia per l’Australia è il 12esimo partner commerciale, mentre l’Australia per l’Italia è il 28esimo.

“Si può fare di più se si crea una sinergia con le istituzioni – ha aggiunto Bernardini –. È necessario che voi giovani ascoltiate il territorio per fare in modo da recepire i bisogni” ha aggiunto Bernardini, rivendicando un “concetto di made in Italy che oggi giorno non può e non deve essere limitato ai luoghi comuni sull’Italia ma deve essere esteso al fatto che l’Italia è tecnologia, macchinari, innovazione, non più solo pizza, dolce vita e mandolino”.

Per Emanuele Attanasio dell’Enit Italian National Tourism Board, “i giovani sono quelli che avranno la forza di cambiare il nostro mondo, danneggiato dalle precedenti generazioni”, mentre Rachele Grassi, amministratrice delegata dell’Italian Chamber of Commerce & Industry Australia, ha sottolineato “l’importanza della costruzione di un mondo dove sta diventando sempre più fondamentale la cooperazione più che la competizione, un mondo più sostenibile in cui si cerca di fare del bene non solo di arrivare da qualche parte”.

A conclusione degli interventi, l’applauditissima esibizione del cantante Gaetano Bonfante.

Quello che l’Italia rappresenta da un punto di vista culturale, economico e di identità sta cambiando inevitabilmente col tempo, il patrimonio culturale di cui ci vantiamo in quanto italiani è prezioso, ma senza subire una modernizzazione purtroppo può andare incontro a un processo di obsolescenza inarrestabile.

I giovani sono gli unici, almeno storicamente, a poter plasmare questa nuova identità italiana, al passo coi tempi, ben salda sulle tradizioni e sui valori ma proiettata verso il futuro e verso quella società globale e digitalizzata che già ci circonda e di cui sono protagonisti assoluti.