ROMA - Il senatore Francesco Giacobbe (Partito Democratico), eletto nella Circoscrizione Estero – Africa, Asia, Oceania e Antartide, ha espresso una forte critica in Aula durante la discussione sul decreto-legge relativo alla cittadinanza, presentando emendamenti volti a tutelare i diritti delle comunità italiane nel mondo.
“Questa legge spezzerà la catena di discendenza degli italiani all’estero, fermandola a una sola generazione, condannando le nostre comunità all’estinzione”, ha dichiarato Giacobbe con fermezza. “Con loro si estingueranno le strutture sociali che le hanno caratterizzate, la promozione locale della nostra cultura e della lingua. Le nostre Little Italy nel mondo, simbolo del contributo dato dagli italiani allo sviluppo di altre società, cadranno in rovina, umiliando decenni di storia di emigrazione”.
Il senatore ha definito il provvedimento una “riforma burocratica con l’obiettivo di fare cassa”, sottolineando l’aumento del costo per la richiesta di cittadinanza e denunciando il nuovo onere previsto per il riacquisto della cittadinanza perduta prima del 1992.
“Dopo aver raddoppiato il costo della richiesta di cittadinanza, oggi chiedete agli italiani che hanno finalmente la possibilità di riacquistare un diritto che gli spetta, il riacquisto della cittadinanza perduta prima del 1992, di pagare 250 euro. E ancora non sappiamo se la trascrizione dei figli nati all’estero sarà gratuita o se si consumerà l’ennesima discriminazione”, ha dichiarato.
Ribadendo quanto già richiesto in Commissione, Giacobbe ha sollecitato l’introduzione di meccanismi che evitino discendenze illimitate senza però eliminare il principio di trasmissione diretta della cittadinanza. “Proponiamo due alternative concrete che vi preghiamo di tenere in considerazione”, ha spiegato: “Per i nascituri e i minorenni: adottare un criterio oggettivo legato all’iscrizione all’AIRE dei genitori”.
“Per chi fa richiesta da maggiorenne: richiedere, oltre alla discendenza, la dimostrazione di una cittadinanza consapevole, che includa la conoscenza della lingua, dei valori e della cultura italiana”.
Giacobbe ha inoltre sostenuto le proposte avanzate dal Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, in particolare quelle della Segretaria Maria Chiara Prodi, auspicando una riforma che mantenga un equilibrio tra esigenze amministrative e salvaguardia dell’identità delle comunità italiane all’estero.
“La cittadinanza non è solo un atto burocratico, è identità, appartenenza, orgoglio. È un ponte tra l’Italia e chi, pur lontano, resta italiano nel cuore. Questo decreto rischia di rompere quel legame. Non criminalizzate la cittadinanza e gli italiani all’estero. Fermatevi prima che sia troppo tardi”, ha concluso.