Nel cuore di Richmond, si trova il laboratorio-boutique della Veneto Group, la divisione australiana e neozelandese di CP Parquet. Qui lavora ogni giorno Gianfranco De Vecchi, fondatore e direttore dell’azienda, che da oltre vent’anni porta in Australia pavimenti in legno naturale prodotti in Italia con una filosofia improntata alla qualità e al rispetto dell’ambiente. Una storia imprenditoriale che affonda le radici in tre continenti e in una tradizione familiare segnata da migrazioni e incontri inattesi.
La conferma di questo percorso è arrivata poche settimane fa, con il prestigioso Gala Award per la Sostenibilità durante la serata degli Italian Business Awards organizzata dalla Camera di Commercio Italiana in Australia (Victoria e Tasmania); un riconoscimento accolto con grande soddisfazione. “Per noi è un premio particolarmente significativo - racconta De Vecchi -. Lavoriamo in un settore che per sopravvivere deve essere profondamente consapevole. Il controllo dei processi, l’efficienza energetica e la riduzione degli sprechi sono centrali in tutto ciò che facciamo”. Un risultato apprezzato non solo in Australia ma anche in Italia, dove l’azienda investe da anni nell’innovazione sostenibile.
Un premio che pesa, soprattutto in un mercato complesso come quello australiano, invaso da prodotti a basso costo che spesso esibiscono certificazioni solo sulla carta. “Essere riconosciuti qui, dove arrivano materiali che sembrano sostenibili, ma che spesso sono di bassa qualità, è una grande vittoria - ci spiega De Vecchi -. La nostra è una scelta di metodo, non di marketing: il futuro del legno dipende da un uso responsabile della risorsa”.
La sostenibilità, per Veneto Group, è un approccio integrato. In Italia una parte dell’energia proviene già da fotovoltaico; lo scarto viene recuperato, pellettizzato e riutilizzato; il materiale che non risponde ai criteri estetici diventa comunque parte del prodotto. In Australia, la stessa logica guida ogni fase del lavoro: pavimenti concepiti per durare decenni, riparabili e rigenerabili, senza sprechi né produzioni forzatamente standardizzate: l’azienda sceglie infatti la qualità e l’onestà del prodotto. 
E guarda al futuro puntando sulla formazione: “C’è tanta disinformazione. Per questo abbiamo creato un Collettivo italiano di produttori e importatori: vogliamo far capire perché la qualità ha un valore e perché il Made in Italy è qualcosa che va oltre l’etichetta”.