Gin Tonic: la ricetta in fondo è semplice, tipo di bicchieri e guarnitura a parte, ossia gin e acqua tonica. L’origine del cocktail è ultracentenaria: veniva utilizzato dai soldati inglesi di stanza in India che mescolavano la loro dose medicinale di acqua tonica, contenente chinino per scongiurare la malaria, con la loro razione giornaliera di gin. Negli anni ‘90 fu rilanciato dagli studenti parigini.

Oggi il gin & tonic è più popolare che mai, anche tra i giovani. Si serve in un tumbler o in un highball, strofinando il bordo del bicchiere con una scorza di limone. Le dosi del gin variano in base ai gusti, in genere una parte di gin e quattro di acqua tonica più il ghiaccio. Il risultato è un cocktail senza troppi fronzoli, di gradazione abbastanza alta (intorno ai 17 gradi), dal gusto forte e pulito. Ma certo personalizzabile in base a garnish (rosmarino, pompelmo come tendenze), proporzioni e soprattutto in base al gin che è un mondo, di etichette, centinaia e centinaia, di provenienze, di botaniche.

Cosa è il gin? E’ un distillato di grano e segale, in cui sono messe a macerare erbe e spezie in mix e quantità variabili, dette botanicals. La sua ricetta originale è di origine olandese, ma è nel Regno Unito che il distillato ha conosciuto l’evoluzione più significativa, nelle componenti aromatiche e nei metodi di produzione. Il tipico London Dry Gin, ad esempio, prevede una seconda distillazione in seguito all’infusione delle botaniche: questo lo rende particolarmente secco e asciutto.

La realizzazione tradizionale, all’inglese, in cui rientra anche il Plymouth Gin prevede come metodo la ridistillazione. Il secondo metodo è conosciuto come compounding e prevede l’aromatizzazione con gli oli essenziali delle componenti aromatiche. Poi c’è il metodo dei Gin olandesi: chiamati genever, sono ottenuti partendo da una miscela di cereali, mais, segale e malto d’orzo. Attraverso una prima distillazione, si ottiene un alcol di cereali puro che viene poi ridistillato in presenza delle componenti botaniche.

I Gin olandesi di solito titolano meno di 40 gradi, hanno gusto intenso e un colore che può raggiungere il dorato; la qualità più pregiata è lo Schiedam Gin, nato nell’omonima cittadina a poca distanza da Rotterdam, famosa per i mulini che un tempo servivano proprio per la macinazione dei cereali diretti nelle distillerie. In questi anni sono nate però moltissime altre ricette che arrivano da tutta Europa e dal mondo. In particolare dal Giappone. Il Gin è perfetto anche liscio, come aperitivo, ma è certamente nella mixology che si esprime al meglio come base per moltissimi cocktail fra cui Negroni e appunto il Gin & Tonic. Un vero e proprio rinascimento.