Numerosi infatti sono stati gli spettatori che hanno affollato il Tom Mann Theatre nelle due sere delle rappresentazioni. Particolarmente soddisfatto dopo lo spettacolo è stato il regista Vincenzo Nesci, il connazionale, che dopo aver studiato musica e canto a Adelaide, ha iniziato una carriera di successo interpretando ruoli importanti in “La Traviata”,  “Cavalleria Rusticana” e “Die Fledermaus”.

Negli ultimi anni, sollecitato dagli amici, si è rivolto alla regia ed ha messo in scena alcune opere, l’ultima delle quali è stata la “Cavalleria Rusticana”. Molto applaudito anche Michele Gioiello nella parte di Turiddu.

Michael Gioiello, un valido ed importante membro della Bottega d’Arte Teatrale, è in lista tra i candidati per la posizione di “Chorus Master” nell’appena formato coro di tutte le età). Se eletto, la sua scelta sarà un vero assetto per il coro e per tutta la comunità.

Michael Gioiello ha cantato in numerose opere, tra cui Le “Nozze di Figaro”, “La piccola volpe astuta”, “La Caduta dei Decemviri”, “I Gondolieri” .

 A maggio di quest’anno ha prestato la sua voce al personaggio “Marante” del Musical “Pipino il Breve” presentato all’Italian Forum dalla Bottega d’arte Teatrale. In quella occasione ha mandato in delirio il pubblico con il duetto d’amore assieme alla giovane soprano australiana Sara Arnold. Ultimamante,il 29 e il 30 di ottobre, ha avuto modo di imporsi come tenore di un certo calibro nell’esigente ruolo di Turiddu della Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni con “Opera lirica”

Gioiello ha sbalordito il pubblico al Tom Mann Theatre di Surry Hills con scroscianti applausi per un ruolo eseguito nella scia dei migliori tenori italiani locali. 

Nella produzione di quest’opera sono stati numerosi i componenti del coro di origine italiana, tra i quali: Adelina Manno, Isidoro Rapisarda, Pino Scuro, Giuseppe Leggio, Santina Murgida, Pippo Murgida. Inoltre ha svolto il ruolo molto importante di stage manager Jennifer Lauria, mentre Giuseppe Lauria ha trasportato la grande croce. Michael Gioiello ha cantato in diverse opere tra cui: Le nozze di Figaro, The Cunning Little Vixen, La Caduta Dei Cemviri e The Gondoliers. La Bottega D’Arte Teatrale ha ingaggiato Michael per esibirsi in due spettacoli: Pipino il Breve e il Variety Show.

Al momento sta preparando “La Traviata” per la fine dell’anno.

Il tenore parla di com’è nata la sua grande passione per la musica lirica raccontando che erano gli anni ‘80, quando aveva circa 5 anni suo padre gli portò due cassette di Pavarotti, Canzoni napoletane e Arie dell’opera e da quel momento si è innamorato della musica classica e specialmente la musica di Pavarotti. Gioiello nel tempo libero ascolta anche altri generi, ad esempio, Rock and roll e musica italiana moderna.

Racconta di amare l’opera da sempre: “Dei capolavori lirici mi piacciono specialmente le storie che hanno una forte potenza narrativa – Cavalleria rusticana è la mia preferita. In particolare, il “Verismo”, una tipologia di opera di tipo realista che attinge alla realtà per raccontare storie, che emerse in Italia nel 1890”. La maggior parte delle opere veriste raffigurano trame grintose e personaggi e ambientazioni realistici.

La Cavelleria rusticana di Mascagni fu la prima famosa opera verista. È stato seguito da Pagliacci, la tragica storia di Leoncavallo di un clown dal cuore spezzato.

Laureato all’Australian Institute of Music di Sydney, ha avuto come insegnanti delle eccellenze europee: Hans-Dieter Michatz, Arax Mansuria e Aldo Fedel.

La famiglia calabrese, originaria di un paese di nome Martone in provincia di Reggio Calabria, non lo ha mai ostacolato nel perseguire la strada della musica e del canto lirico, anzi, lo ha sempre incoraggiato ad inseguire i propri sogni: “Io faccio parte della prima generazione di italo-australiani nati da genitori italiani. La mia eredità italiana ha influenzato molto la mia carriera e la mia vita. Era nel mio sangue, anche la capacità di capire i testi meglio dei miei compagni di studio.

Quando si tratta di salire sul palco ed esibirsi, Gioiello dice di non avere paura del pubblico ma l’unica paura da dover affrontare è quella di non eseguire alla perfezione la sua parte commettendo degli errori in scena.

Quello che sostiene l’abbia aiutato di più nella carriera e nella vita è il suo essere una persona molto testarda poiché per studiare una tecnica così complicata come quella del canto lirico, ci vuole uno studio di anni e cantare bene è molto difficile.

Questa tecnica si compone si molte sfaccettature, non è facile nemmeno da capire: “Non mi sento mai soddisfatto della mia voce, come cantanti d’opera non possiamo essere mai contenti della nostra voce, ci sarà sempre qualcosa da imparare”.

Lontano dalla luce dei riflettori, Gioiello preferisce riunirsi con i suoi amici e si diverte ad intrattenerli suonando la fisarmonica mentre canta le sue canzoni napoletane preferite come quelle di Caruso e in generale tutta la musica napoletana antica che a suo parere è la migliore.