AMMAN - Il governo giordano ha annunciato la riattivazione del servizio militare obbligatorio a partire dal febbraio 2026 al fine di “rafforzare l’identità nazionale” e “formare il carattere” dei giovani, dopo che il servizio militare è stato abolito nel regno nel 1991. La decisione si colloca nel contesto della crisi regionale in Medio Oriente e della guerra a Gaza.
Il ministro della Comunicazione e portavoce del governo, Mohamed Momani, ha assicurato in una conferenza stampa. insieme al portavoce delle forze armate giordane, Mustafa Hiyari, che questo nuovo programma consisterà in due modalità, una militare - la maggior parte del programma - e una teorica.
Il servizio militare integrerà le persone nate nel 2007 e coloro che compiono 18 anni prima del 1° gennaio 2026, con una prima fase di 6.000 uomini.
Il primo ciclo del cosiddetto National Service Program inizierà il 1° febbraio 2026 e ogni anno ci saranno tre cicli, ciascuno della durata di tre mesi, ha detto, aggiungendo che il numero di reclute aumenterà a 10.000 “il prima possibile”.
Momani ha dichiarato inoltre che “il programma mira a rafforzare l’identità nazionale giordana, formare il carattere dei nostri giovani e familiarizzarli con i valori dell’esercito, tra cui la dedizione e la disciplina”. E ha aggiunto che saranno prese in considerazione le esenzioni, come previsto dalla legge, per esempio per i figli unici o le persone con disabilità mediche.
Il ministro ha anche detto che il costo per lo Stato sarà di 20 milioni di dinari (più di 28 milioni di dollari), spese che quest’anno saranno “di emergenza”, anche se ha chiarito che il programma sarà coperto dal bilancio generale dello Stato e che non c’è alcun sostegno finanziario da nessuna parte.
La Giordania ha abolito la coscrizione nel 1991, in base alla quale gli uomini di età compresa tra i 18 e i 40 anni erano tenuti a prestare servizio nell’esercito per due anni. Uno dei motivi alla base di questa scelta erano gli alti costi del programma.
Alle domande dei giornalisti se l’annuncio urgente della riattivazione del servizio militare sia stato motivato da un’emergenza che la Giordania deve affrontare, Momani ha risposto che “la minaccia viene dall’estrema destra israeliana. Il suo comportamento, che mina le possibilità di una soluzione a due Stati, influisce sulla stabilità regionale; quindi, sosteniamo il nostro Stato e le sue istituzioni per rispondere con prudenza e razionalità a questa follia estremista”.
Il regno hashemita però dipende dagli aiuti degli Stati Uniti e ha un patto di difesa con Washington, in base al quale migliaia di truppe statunitensi sono nel Paese.