ROMA - Allarme denatalità in Italia. Mentre si fa sempre più pressante il tema di chi pagherà un domani le pensioni e manderà avanti il nostro Paese, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti torna sull’argomento dopo l’intervento del ministro Marina Calderone al summit sindacale Labour 7 a Cagliari e riassumibile nell’obiettivo di continuare con gli aiuti alle madri lavoratrici e alla spinta ai fondi per la pensione. “Vogliamo porre il tema della conciliazione come centrale nelle nostre riflessioni. Il lavoro delle donne si basa sulla incentivazione alla genitorialità. Per questo noi come governo stiamo costruendo un sistema di servizi e di sostegno, cercando di agire in questa direzione”, ha detto Calderone.

Giorgetti, dal canto suo, avrebbe esposto il progetto che mira a “cambiare le regole delle detrazioni fiscali” a favore di chi sceglie di avere figli, “anche a costo di eliminare o rivedere “le agevolazioni per chi invece non ne ha”. Il tutto a prescindere dal reddito. 
Meno tasse per chi ha figli, insomma: l’intento principale è quello di aiutare le famiglie, ma anche quello, più sul lungo termine, di garantire la sostenibilità del sistema economico. Una scelta che, come spiega un quotidiano nazionale, era già stata accarezzata in passato dal Ministro “quando propose senza successo di non far pagare le tasse alle famiglie con più di due figli”. 

Il costo di una manovra del genere, ipotizzato dallo stesso quotidiano, si aggira sui 5-6miliardi, ma la cifra potrebbe essere variabile. Per Giorgetti intanto è importante sollevare il dibattito perché il Paese è di fronte a un’emergenza demografica che mette a rischio il sistema sociale, a partire dalle pensioni, tema che preoccupa otto italiani su 10 quando pensano al proprio futuro. 

Per ora uno degli obiettivi concreti della manovra sarà quello di rinnovare l’esonero contributivo destinato alle mamme lavoratrici estendendolo, compatibilmente con le risorse, anche alle lavoratrici autonome. 

“Il lavoro delle donne si basa sulla incentivazione alla genitorialità. Stiamo cercando di agire in questa direzione”, ha spiegato il ministro Calderone, che ha parlato anche di flessibilità nell’uscita dal lavoro e della possibilità di andare in pensione oltre i 67 anni. “Io credo che un ragionamento su quella che è la flessibilità in uscita in termini anche di ampliamento del percorso lavorativo si debba e si possa fare, su base volontaria, con l’assenso da parte del lavoratore e da parte dell’azienda o dell’amministrazione se parliamo di dipendenti pubblici”. 

“È altrettanto vero che - aggiunge -, soprattutto in alcuni ruoli strategici delle amministrazioni, il ricambio non è così facile o immediato [e il fatto che] il trasferimento delle competenze richieda tempo vuol dire anche valorizzare [queste ultime] e chi le ha acquisite”. “Bisogna guardare a un futuro nel quale l’invecchiamento attivo - ha spiegato Calderone - sarà sicuramente un punto di riferimento. Una società che invecchia porta la necessità di competenze strutturali diverse per assistere le varie fasi della vita”.