SYDNEY - Ben 77 miliardi di dollari sono andati perduti a poche ore dalla chiusura. Il tracollo di oggi fa seguito al calo del 2,1% di venerdì; sommate le due sedute risultano le peggiori degli ultimi anni. Le quattro maggiori banche hanno perduto il 3%, Qantas il 4,3%.
Al crollo hanno contribuito i timori internazionali che vedono l’economia statunitense sull’orlo di un rallentamento improvviso, con la paura di un potenziale atterraggio duro o addirittura di una recessione.
I mercati finanziari di tutto il mondo si stanno adattando a queste ipotesi, i giganti della tecnologia, come Microsoft e Apple, stanno assistendo all’erosione degli enormi guadagni ottenuti all’inizio di quest’anno.
Nel mese di luglio negli Stati Uniti i datori di lavoro hanno aggiunto solo 114mila posti di lavoro – il 35% in meno del previsto – e la disoccupazione, ora al 4,3%, è la più alta dall’ottobre 2021, lo ha comunicato venerdì il Dipartimento del Lavoro americano.
“Le cose si stanno deteriorando rapidamente”, ha affermato Julia Pollak, capo economista di ZipRecruiter.
Il forte calo delle assunzioni negli Stati Uniti ha scosso i mercati finanziari di tutto il mondo.
Il Dow Jones Industrial Average è sceso di 610 punti, vale a dire dell’1,5%. L’indice S&P 500 è crollato dell’1,8%.
La solida economia statunitense è stata un motore chiave della crescita economica globale e il suo mercato del lavoro le ha fatto da carburante, dando agli americani la fiducia e i mezzi finanziari per continuare a spendere.
Il balzo del tasso di disoccupazione al 4,3% registrato a luglio ha attraversato la linea rossa che, stando agli annali, suona il campanello d’allarme dell’entrata in recessione, ma gli economisti sostengono che l’indicatore probabilmente non è più così affidabile in questa economia post-pandemia.