WASHINGTON - Un giudice federale ha temporaneamente sospeso il divieto imposto dall’amministrazione Trump all’Università di Harvard di iscrivere studenti stranieri. Il giudice distrettuale statunitense, Allison Burroughs, si è pronunciato poche ore dopo l’inizio di una causa da parte del college.

Harvard ha sostenuto che la revoca della certificazione del programma “Studenti e visitatori di scambio” fosse una “chiara ritorsione” per il suo rifiuto alle richieste politiche ideologiche del governo. Burroughs è lo stesso giudice che sta esaminando una causa separata intentata da Harvard per contestare il congelamento di 2,65 miliardi di dollari di finanziamenti federali da parte dell’amministrazione.

“Harvard non può più iscrivere studenti stranieri e gli studenti stranieri già iscritti devono trasferirsi o perdere il loro status legale”, aveva affermato in una nota il dipartimento per la Sicurezza interna degli Stati Uniti. 

“Con un colpo di penna, il governo ha cercato di cancellare un quarto della popolazione studentesca di Harvard”, si legge nella causa intentata dall’ateneo. L’università combatterà per i suoi studenti internazionali, ha promesso il suo presidente, Alan Garber, alla comunità di Harvard. 

Mattia Pastore, fondatore e amministratore delegato di Uni Student Advisors - azienda che fornisce consulenza agli italiani che intendono studiare all’estero e che segue attualmente anche sette studenti ammessi ad Harvard negli ultimi due anni, ha rivelato che la revoca di migliaia di visti agli studenti stranieri, seppur temporaneamente bloccata dal giudice federale, ha generato un’ondata di incertezza per oltre un milione di studenti internazionali, tra cui anche giovani italiani.

“La convinzione generale è che la situazione rientrerà, sperando anche in una minore prepotenza da parte del governo americano”, aggiunge Pastore. 

Secondo il fondatore di Uni Student Advisors, “la situazione è in continua evoluzione”, ma si pensa che “rientrerà, perché è nell’interesse degli Stati Uniti, di Harvard, e di ogni Paese coinvolto in questa situazione”. Particolarmente apprezzata e rassicurante è stata soprattutto la risposta dell’ateneo, che “ha subito espresso la propria vicinanza e l’impegno a proteggere gli studenti internazionali”. 

In risposta alla crisi, Pastore annuncia un’iniziativa concreta: “Ci stiamo muovendo in maniera capillare, dando massima priorità al benessere fisico e mentale degli studenti e di tutti coloro colpiti da questa decisione. Per questo abbiamo deciso di istituire una helpline - che annunceremo sui nostri canali social e sito web nel fine settimana - completamente gratuita”.

Il servizio sarà disponibile anche per chi non è cliente della società: “L’helpline sarà mirata non solo agli studenti di Harvard e non solo quelli legati a Uni Student Advisors, perché sentiamo l’obbligo morale di fare la nostra parte in questo momento”.