MONTEVIDEO – Serata all’insegna della letteratura contemporanea quella di ieri all’Istituto Italiano di Cultura di Montevideo che ha ospitato la scrittrice italiana Giulia Caminito per la presentazione del suo ultimo libro, pubblicato da Bompiani, “L’acqua del lago non è mai dolce”, vincitore del Premio Campiello 2021 e finalista del prestigioso premio STREGA edizione 2021.

Accompagnata dalla professoressa di letteratura italiana presso l’Università de la República, Georgina Torello, la scrittrice romana ha introdotto il suo libro ripercorrendo la sua carriera come autrice di libri raccontando i suoi testi e le storie che li hanno ispirati.

Il suo esordio come scrittrice è stato “La grande A”, un romanzo di letteratura italiana postcoloniale, ispirato dalla storia della sua famiglia. La volontà dell’autrice, ha raccontato al pubblico presente all’Istituto, era di colmare il vuoto non solo delle pagine della storia della sua famiglia ma anche quello di quella parte della storia d’Italia che si trova poco nelle pagine dei libri.

Il padre di Giulia è infatti nato Asmara, in Eritrea, in una famiglia di coloni italiani da varie generazioni e la scrittrice, attraverso una serie di interviste, ha lavorato sulle memorie della nonna ricostruendo la storia dei suoi antenati integrata dagli avvenimenti più importanti della storia coloniale italiana, studiata nei volumi di Angelo Del Boca.

“Un giorno verrà”, il suo secondo lavoro, è invece un romanzo ambientato negli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento mescolando le storie degli ultimi e dimenticati della società con gli eventi che hanno segnato il corso della storia d’Italia e del mondo intero, perché, citando le parole dell’autrice stessa, bisogna “indagare il passato della propria famiglia per indagare il passare di tutto il paese”.

Tra le sue ultime opere c’è “Amatissime”, un libro autobiografico di saggi brevi dedicato a cinque scrittrici, che capitolo dopo capitolo racconta una delle autrici come una fase di vita: Elsa Morante rappresenta l’infanzia, Paola Masino l’adolescenza, Natalia Ginzburg il lavoro, Laudomia Bonanni la scrittura, mentre Livia De Stefani è invece l’eredità.

Insieme completano il ciclo della vita di una scrittrice, infatti in questo libro Giulia Caminito, intreccia nelle fasi della propria vita, le fila dell’esistenza di queste cinque donne del Novecento italiano che sono anche le sue delle autrici più amate.

Giulia Caminito ha anche scritto due libri per bambini, uno di essi è nato da un racconto, inizialmente presente ne “La grande A”, che è stato poi scartato dalla versione finale del libro e poi ripreso come un racconto indipendente. L’inspirazione per questa breve favola intitolata “La ballerina e il marinaio”, è nata da una storia che veniva raccontata alla nonna dell’autrice da un’amica e nonostante il ricordo del racconto non fosse vivido, all’autrice la storia era rimasta impressa finendo con basarsi su una leggenda marina: “dalle ossa dei marinai che muoiono in mare si formano le conchiglie sulla sabbia, tre conchiglie per ogni marinaio”. 

E in un interessante percorso che intreccia narrativa, storia e vita personale, Giulia Caminito ha presentato il suo ultimo romano “L’acqua del lago non è mai dolce” partendo proprio dal titolo: un gioco di parole della differenza tra l’acqua del mare che realmente è salina, e l’acqua, che in alcune lingue viene chiamata dolce, che invece non ha realmente questa proprietà; così anche la protagonista Gaia fatica a trovare una definizione di sé stessa e finisce subendo il modo in cui viene chiamata da altri.

Il romanzo parla di violenza giovanile, non criminale né politica, ma incentrata nel sentimento di frustrazione e amarezza, e “di una ragazzina che diventa sempre più incattivita dalla propria vita, dalla propria condizione ed esplode in questi momenti di violenza verso altri coetanei” racconta la scrittrice che sarà a Montevideo anche oggi, ospite alla libreria Escaramuza per la presentazione la versione in spagnolo del suo libro.