MELBOURNE – La sorte di Erin Patterson, accusata di triplice omicidio per aver servito un filetto alla Wellington contenente funghi mortali durante un pranzo nel luglio 2023, è ora nelle mani di dodici giurati della Corte Suprema del Victoria.

Dopo dieci settimane di processo presso il tribunale di Morwell, i sette uomini e le cinque donne della giuria hanno cominciato oggi loro prima giornata piena di deliberazione, dopo essersi ritirati in camera di consiglio lunedì pomeriggio. I giurati dovranno decidere se la 50enne abbia deliberatamente inserito esemplari di amanita falloide – funghi tra i più letali al mondo – nei piatti serviti a Don e Gail Patterson, suoi ex suoceri, e alla cognata Heather Wilkinson, tutti deceduti. Il quarto commensale, il pastore Ian Wilkinson, marito di Heather, è sopravvissuto ma ha trascorso mesi in ospedale.

La donna ha sempre negato di avere intenzionalmente avvelenato i commensali, dichiarando che si sarebbe trattato di un tragico errore, forse dovuto all’involontaria mescolanza di funghi raccolti personalmente con quelli essiccati acquistati in un negozio asiatico.

Durante il processo, la giuria ha ascoltato oltre 50 testimoni dell'accusa, prima che la stessa Patterson salisse sul banco per otto giorni consecutivi di deposizione. Le arringhe conclusive sono durate una settimana e lunedì il giudice Christopher Beale ha completato le sue istruzioni legali prima che la giuria si ritirasse.

“Non potete dichiarare l’imputata colpevole se avete un ragionevole dubbio sulla sua colpevolezza”, ha dichiarato il giudice Beale. “Un ragionevole dubbio non è un dubbio immaginario o fantasioso”.

Il giudice ha spiegato che, per emettere un verdetto di colpevolezza per omicidio, la giuria deve concludere che il comportamento dell’imputata sia stato cosciente, volontario e deliberato, unito all’intenzione di uccidere o causare lesioni molto gravi.

“L’intenzione può essere dedotta da ciò che ha detto e fatto, ma anche da ciò che non ha detto o fatto”, ha sottolineato.

La presenza o assenza di un movente non è decisiva per l’accusa, ma è comunque un elemento da considerare a favore dell’imputata. “Se ritenete che l’imputata avesse valide ragioni per non voler uccidere i suoi ospiti, cioè un movente opposto all’accusa, si tratta di un elemento significativo”, ha spiegato il magistrato.

L’opzione di omicidio colposo (manslaughter) non è stata presentata alla giuria, che dovrà scegliere tra colpevolezza o assoluzione piena su ciascuna delle quattro accuse. Il verdetto dovrà essere unanime.

Le riunioni in camera di consiglio si svolgeranno dal lunedì al sabato, tra le 10:30 e le 16:15. La giuria, che alloggerà in un hotel locale, rimarrà sempre isolata anche la domenica.

Nel corso del processo, uno dei 15 giurati inizialmente nominati era stato rimosso a maggio per aver parlato del caso con amici e familiari, violando le regole. Lunedì, al termine delle istruzioni, altri due giurati sono stati esclusi per sorteggio, riducendo la giuria a dodici persone, come previsto.

Il giudice Christopher Beale ha ringraziato i due giurati esclusi, garantendo loro l’esenzione dal servizio in giuria per i prossimi 15 anni: “Non so se vi sentirete sollevati o frustrati, ma sappiate che avete dato un contributo importante all’amministrazione della giustizia”, ha detto.

Nel suo ultimo intervento prima del ritiro della giuria, il giudice ha concluso: “Dovete considerare tutte le prove, non solo quelle che ho menzionato io nelle istruzioni finali. Sarete voi a decidere quali argomenti hanno valore e quali no”.