ROMA - Due riforme costituzionali, entrambe attese in Aula nel mese di luglio, e una manciata di ore per esaminare in seconda lettura a Palazzo Madama il decreto Sicurezza.
È il calendario definito dalla maggioranza tra Camera e Senato, che blinda alcuni provvedimenti e accelera su altri, in vista del rush finale dei lavori parlamentari prima della pausa estiva.
Le opposizioni insorgono, accusando governo e maggioranza di aver riavviato la “spartizione” tra le forze del centrodestra.
Il riferimento è a tre provvedimenti chiave: la riforma costituzionale sul premierato (sostenuta da Fratelli d’Italia), quella sulla separazione delle carriere (promossa in particolare da Forza Italia) e il decreto Sicurezza (prioritario per la Lega).
Su quest’ultimo, le forze di minoranza hanno inscenato una lunga maratona in Aula per protestare contro misure ritenute “antidemocratiche e repressive”. Il decreto ha sostituito l’originario disegno di legge, arenatosi al Senato e oggetto di rilievi da parte del Quirinale.
Dunque, governo e maggioranza si preparano allo sprint e la volontà di accelerare è emersa in parallelo nei due rami del Parlamento. In Conferenza dei capigruppo a Montecitorio, il governo – riferisce la presidente dei deputati Pd Chiara Braga – ha manifestato l’intenzione di inserire nel calendario di luglio sia la separazione delle carriere sia il premierato, fermo da mesi in Commissione alla Camera e destinato, secondo indiscrezioni, a subire alcune modifiche rispetto al testo approvato dal Senato.
Intanto, al Senato, si sono riuniti gli uffici di presidenza delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia per definire le prossime sedute, ed emerge un iter molto rapido per il decreto Sicurezza, non ancora approvato dalla Camera. Le commissioni avranno a disposizione tra le tre e le quattro ore complessive.
Alla luce dei tempi stretti, è probabile che anche al Senato il governo ponga la fiducia sul decreto Sicurezza, come già fatto alla Camera.
“C’è una mortificazione non solo del Parlamento, ma anche dell’esercizio dei diritti fondamentali dei cittadini”, denuncia Andrea Giorgis, capogruppo Pd in Affari costituzionali. “I tempi per la discussione sono scandalosi”, aggiunge Peppe De Cristofaro (Avs).
Lo scontro è acceso anche alla Camera, con le opposizioni che avvertono: “Siamo molto preoccupati”, perché si profila una nuova compressione del dibattito su riforme “importanti come le modifiche alla Costituzione”. Per Chiara Braga (Pd) si tratta di “una forzatura inaccettabile”, che segnala la ripresa della “spartizione all’interno della maggioranza”.
Ancora più netta la responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, secondo cui si sarebbe davanti a uno scambio politico: “La Lega ha ottenuto il decreto Sicurezza dopo aver dovuto rinunciare all’autonomia differenziata, Forza Italia ottiene la separazione delle carriere, Fratelli d’Italia il premierato”. Riforme che, a suo dire, “servono solo ad agitare bandierine ideologiche in un clima di furore senza freni”.