Gli alieni esistono, ma non certamente nella forma e nelle capacità che immaginiamo, che hanno riempito letteratura, cinema e, perché no, anche incubi di generazioni intere di ragazzini, oltre ad alimentare le teorie complottiste più disparate. Somigliano certamente più a un’ameba, che a celebri rappresentazioni come l’ET di Carlo Rambaldi o ai mostri orribili della saga di Ridley Scott. Organismi unicellulari, ma comunque esseri viventi. E l’ipotesi è della direttrice dell’ufficio Spazio e Società dell’Agenzia Spaziale Spagnola, Eva Villaver. Nella conferenza di chiusura del Congresso Internazionale su Astronomia, Universo e Società alla Fiera Internazionale del Libro (FIL) di Guadalajara, l’astrofisico ha affermato che è probabile che la vita su un altro pianeta non sia riuscita a essere macroscopica come la conosciamo sulla Terra.

“Probabilmente la vita che scopriamo là fuori assomiglia più a un’ameba che a noi, perché se si guarda alla vita sul nostro pianeta, la maggior parte di essa è stata microscopica, esseri macroscopici sono apparsi molto tardi nella storia del pianeta”, ha spiegato. Pertanto, pensare che gli scienziati possano trovare esseri simili a noi, dotati di intelligenza e che possano essere rilevati con la tecnologia finora disponibile “è dire molto”, ha detto.

Alla conferenza Villaver ha spiegato che credere che gli alieni siano simili agli esseri umani, che abbiano occhi e un certo grado di intelligenza “è una mancanza di immaginazione”, perché la vita può assumere molte forme. Secondo Villaver ci sono prove che potrebbe esserci vita su altri pianeti, ma forse gli esseri umani non sono riusciti ad averne certezza ed evidenza, perché non hanno sviluppato la capacità di viaggiare così lontano per dimostrarlo.

“Non c’è nulla là fuori che ci dica che quello che è successo qui non possa accadere da qualche altra parte nell’universo, ma non possiamo andare lì”, ha detto. Per l’astrofisica questa limitazione, a verificare se ci siano altri pianeti abitabili, costringe gli esseri umani a prendersi cura della Terra e ha assicurato che anche se la razza umana dovesse estinguersi, la vita prevarrebbe comunque.