ATENE – La Global Sumud Flotilla, composta da oltre 50 imbarcazioni con attivisti e aiuti umanitari diretti a Gaza, ha denunciato nuovi attacchi con droni e interferenze alle comunicazioni mentre navigava nel Mediterraneo, nei pressi della Grecia.

In un comunicato gli organizzatori hanno riferito di “molteplici droni, oggetti non identificati sganciati, comunicazioni disturbate ed esplosioni udite da diverse barche”, definendo quanto accaduto come “operazioni psicologiche” e ribadendo di non volersi lasciar intimidire.

L’attivista tedesca per i diritti umani Yasemin Acar ha pubblicato alcuni video in cui ha riferito di attacchi a più imbarcazioni e di interferenze radio accompagnate da musica ad alto volume. Sulla pagina ufficiale della Flotilla è stato diffuso anche un filmato che mostrerebbe un’esplosione registrata dalla nave Spectre. In un altro video, l’attivista brasiliano Thiago Avila ha parlato di imbarcazioni colpite da droni che avrebbero lanciato dispositivi incendiari, mentre in sottofondo si udiva un’altra esplosione. 

L’equipaggio parla di una decina di attacchi, forse quindici, che non avrebbero causato nessun ferito, ma danneggiato alcune delle imbarcazioni, tra cui la Morgana, sulla quale sono imbarcati alcuni italiani. La portavoce della missione per l’Italia, Maria Elena Delia, ha dichiarat in un video che “gli attacchi alle imbarcazioni della Flotilla mettono a rischio la vita di chi è a bordo. Quanto sta accadendo è di una gravità senza precedenti perché avviene in acque internazionali, nella più totale illegalità. Abbiamo già allertato chi di dovere, anche la Farnesina, e stiamo cercando di far sapere cosa avviene”.

E da New York, dove si trova per l’Assemblea generale dell’Onu, è intervenuto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, chiedendo a Israele di garantire l’incolumità di quanti sono a bordo e che le eventuali operazioni delle forze amate siano condotte rispettando il diritto internazionale e un principio di assoluta cautela. 

All’inizio del mese erano stati denunciati altri attacchi di droni contro alcune barche della Flotilla che sostavano nel porto tunisino di Sidi Bou Said. In quell’occasione, una delle navi, la Familia Madeira, aveva riportato danni al ponte principale.

Le autorità tunisine avevano ridimensionato l’accaduto, sostenendo che almeno una delle segnalazioni “non aveva alcuna base nella realtà”. La missione, salpata da Barcellona a fine agosto, è partita con l’obiettivo dichiarato di “rompere l’assedio illegale di Gaza” e consegnare aiuti alla popolazione palestinese. Secondo gli organizzatori, la maggior parte delle imbarcazioni si trova attualmente al largo dell’isola di Creta.

Israele, da parte sua, ha ribadito che non consentirà alla Flotilla di raggiungere Gaza: “Prenderemo le misure necessarie per impedirne l’ingresso nella zona di combattimento e per fermare qualsiasi violazione di un legittimo blocco navale”.