Oggi, 16 maggio, è un giorno particolare per gli italiani d’Australia perché è il sesto anniversario della scomparsa di un connazionale che di questo Paese ha scritto, anzi costruito la storia, ossia l’architetto Romaldo Giurgola, la mano che disegnò il parlamento federale australiano a Canberra.
Chi ha avuto il piacere d’incontrarlo nella sua vita descrive Romaldo, o semplicemente “Aldo”, come lui stesso preferiva esser chiamato, come un grande artista e un uomo dall’estrema umiltà. Alcune testimonianze narrano che quando iniziava a disegnare un nuovo progetto la prima cosa che stilizzava era la figura di un uomo e poi l’edificio tenendo bene in mente ciò che questo dovesse rappresentare.
L’architetto italiano è stato così tanto amato in Australia che nell’Australian Portrait Gallery si può perfino ammirare un suo ritratto firmato dall’artista Mandy Martin. Il pittore a opera conclusa dichiarò: “Volevo presentarlo come un uomo d’umiltà che ha realmente servito l’umanità, l’ho rappresentato attraverso le sue tre case, quella di Dio, del parlamento e la sua casa”.
Infatti, il parlamento federale australiano è l’opera più imponente della sua carriera. In un’intervista, Giurgola descrive la sua struttura come la metafora di una “vera democrazia” che si erge dallo stato naturale delle cose e accoglie le più svariate idee. Difatti, questa sua magistrale opera si innalza da una collina verso il cielo e il suo ingresso sembra quasi voler abbracciare la capitale. Si può ascoltare la visione dell’architetto italiano in un documentario trasmesso nella sala cinema dello stesso parlamento australiano.
Appena si entra in questa meraviglia del design, il suo interno in marmo italiano suggestiona il visitatore. Numerosi sono anche gli elementi d’arte aborigena, cultura a cui l’architetto era molto legato. Ogni ufficio del parlamento è stato pensato per essere illuminato da luce naturale, infatti l’architetto si oppose duramente alla proposta di trasferire alcuni uffici nello scantinato. A dir suo, l’illuminazione della struttura era studiata appositamente per dar l’idea che i politici dovessero lavorare alla luce del sole. Un’altra occasione in cui l’architetto ebbe di nuovo da ridire fu quando si parlò di costruire una recinzione in acciaio attorno all’edificio, dato l’aumentare del rischio di attentati terroristici. Giurgola affermò che questa ulteriore aggiunta avrebbe rovinato il senso della sua opera. Nella sua visione, gli ampi spazi aperti del parlamento, simboleggiavano la partecipazione pubblica.
La storia di Romaldo Giurgola parte da Galatina (Lecce) nel 1920. Dopo aver studiato architettura alla Sapienza di Roma si trasferì negli Stati Uniti per un Master alla Columbia University. In America si legò al movimento architettonico dei modernisti e, quindi, alla corrente di pensiero della scuola di Philadelphia, divenendone uno dei maggiori esponenti assieme a Louis Kahn e Robert Venturi.
Negli Stati Uniti fondò il suo studio assieme all’amico Ehrman B. Mitchell Jr attivo in diverse città. Qui inaugurò la sua lunga carriera accademica iniziando a insegnare alla Columbia University. Grazie alla fama conquistata negli States, l’architetto venne invitato a far parte della giuria che, di lì a poco, avrebbe giudicato i progetti per la costruzione del nuovo parlamento australiano. A questo punto, l’architetto declinò l’offerta e decise di partecipare alla competizione in prima persona e il suo progetto arrivò primo tra 329 presentati. Oggi il parlamento di Capital Hill è una delle opere australiane più importanti e conosciute al mondo, assieme all’Opera House di Sydney.
Nella sua vita l’architetto ha lavorato alla progettazione di diverse opere negli Stati Uniti, in Italia e in Australia, ricevendo numerosi premi e riconoscimenti. L’architetto tentò pure di disegnare l’Italian Forum di Sydney a Leichhardt, ma il progetto fu declinato perché giudicato troppo costoso. Il suo ultimo lavoro è situato proprio a Sydney, esattamente a Parramatta dove disegnò parte della cattedrale di S. Patrick dopo che questa fu colpita da un incendio.