“Non posso vederti partire senza un piano.” Le parole della madre di Rodolfo Sciolla rimbombano ancora nella sua mente. Era una sera di giugno, il cielo sopra Torino sfumava d’arancio, e lui, seduto davanti al computer, scorreva per l’ennesima volta la lista delle aziende nautiche in Australia. Non era il tipo da partire allo sbaraglio, ma il richiamo dell’Australia era troppo forte per essere ignorato. Galeotto fu un racconto del fratellastro, tornato da un’esperienza “working holiday”, a piantare quel seme nella sua mente: una terra vasta, con opportunità infinite e storie che aspettavano solo di essere vissute. Ma Rodolfo non aveva mai immaginato che quel sogno sarebbe iniziato in Tasmania.
Settembre 2023. Dopo una triennale in economia all Università di Torino e un Master in Management alla ESCP Business School, Sciolla è atterrato a Melbourne. Dopo un breve scalo, eccolo in Tasmania, terra di paesaggi selvaggi e cieli infiniti. “Non c’è nulla di più australiano di quest’isola - racconta -. È come fare un salto indietro nel tempo”.
Il primo giorno è stato un vortice. Il neoarrivato non aveva il tempo di perdersi nell’incertezza: il lavoro lo aspettava. Un’azienda locale lo aveva assunto per il suo know-how sul mercato europeo: “Era tutto così nuovo e spiazzante. Non avevo amici, né una rete di supporto. Dovevo costruirmi tutto da zero”. È qui che la storia del giovane e intraprendente ragazzo torinese prende una piega inaspettata. Quella che era iniziata come una semplice pagina Instagram per raccontare la vita in Australia si è trasformata in qualcosa di molto più grande. I follower sono cresciuti a vista d’occhio, passando da poche decine a oltre 36.700 in quattro mesi. I messaggi arrivavano a decine ogni giorno: “Come si fa il visto? Quanto costa la vita? È difficile trovare lavoro?”.
Ma non si è fermato ai social. Sciolla ha creato gruppi WhatsApp per connettere gli italiani nelle diverse città australiane: “Volevo che nessuno si sentisse solo, come era successo a me”.
Oggi, quei gruppi contano oltre 2.000 persone, un piccolo esercito che si aiuta e si sostiene.
Dietro il successo, però, c’è anche il lato oscuro dei social media. “All’inizio non è stato facile espormi in quel modo - ammette -. Leggere insulti gratuiti per qualcosa che fai per aiutare gli altri ti segna, ma vado avanti per la mia strada, sono tantissimi i commenti positivi, chi mi ringrazia per aver trovato lavoro o anche solo per aver ricevuto informazioni utili al trasferimento”.
Ma Sciolla ha imparato a guardare oltre: “Se il prezzo da pagare per aiutare migliaia di persone è prendere qualche insulto, allora va bene così”.
Oggi, con pratiche per la residenza permanente avviate, lavora per un’agenzia d’immigrazione, la Atlas Migration, dove offre consulenze gratuite per chi sogna l’Australia. Ma i suoi obiettivi sono ambiziosi. “Voglio diventare agente di immigrazione registrato e aiutare ancora di più,” dice con determinazione.
E poi c’è un sogno più grande, difficile da mettere in parole, ma ben chiaro nella sua mente: essere un punto di riferimento per gli italiani in Australia. “Vorrei che, pensando agli italiani qui, la gente dicesse: sì, ci sono tante reti di supporto, ma c’è anche Rodolfo che può darci una mano”.
La sua storia è il percorso di crescita umana e professionale di una persona che ha trasformato la solitudine in connessione e il dubbio in forza. “Non c’è nulla di più appagante che sapere di fare la differenza nella vita delle persone”, conclude.
E mentre parla, il suo sguardo tradisce una certezza: questo è solo l’inizio.