Gli Scalabriniani in Australia compiono 70 anni. La congregazione arrivò infatti in questo Paese il 2 novembre del 1952. E la storia della loro presenza riflette lo sviluppo della comunità italiana e della migrazione in Australia. 

La loro prima fondazione è stata a Unanderra, vicino a Wollongong, e continuano ad avere una presenza nel capoluogo dell’Illawarra con l’apostolato di padre Angelo Buffolo, oramai ottaugenario che ha passato la maggior parte della sua vita fra gli italiani di questa regione e che una volta andato in pensione ha deciso di restare fra i suoi fedeli. 

La Congregazione dei Missionari di San Carlo (Scalabriniani) fu fondata in Italia da Giovanni Battista Scalabrini (1839-1905), vescovo di Piacenza, il 28 novembre 1887, per assistere i migranti che attraversavano l’Atlantico per raggiungere le Americhe. 

Quando gli scalabriniani arrivarono in Australia nel 1952, inizialmente si rivolsero a comunità sparse di italiani. In una seconda fase, invece, contribuirono alla formazione di comunità in aree più urbane. In una terza fase poi, hanno fornito assistenza alle comunità immigrate anziane, in particolare attraverso la creazione di case di cura e ostelli, come gli Scalabrini Village nel New South Wales e il Villaggio San Carlo nel Victoria.

Allo stesso tempo, hanno raggiunto altre comunità etniche, in particolare quelle del Sud America.Oggi la presenza scalabriniana si è ulteriormente diversificata nei rapporti e nel lavoro con i gruppi di immigrati, in particolare i filippini e quelli di lingua portoghese e spagnola. 

La storia degli Scalabriniani è stata ripercorsa, nel suo intervento al pranzo celebrativo dell’importante anniversario, presso il Fraternity  Club di Fairy Meadow, dal Superiore Generale dell’Ordine Scalabriniani dell’Oceania rev. Martin Ignacio Gutierrez. “La nostra Congregazione ebbe umili origini, poiché i primi sacerdoti italiani emisero i loro voti nelle mani del nostro fondatore nella basilica piacentina. La nostra missione ci ha portato prima negli Stati Uniti e in Brasile. Al passo con l’evoluzione dei flussi migratori, abbiamo raggiunto altri paesi e continenti. La nostra Congregazione, infatti, è oggi presente in 35 paesi, con circa 650 missionari e circa 400 seminaristi, provenienti da 20 nazioni. La nostra Congregazione è una comunità apostolica di religiosi che partecipa all’attività missionaria di Cristo, inviato dal Padre ‘per portare il lieto annuncio ai poveri’ e ‘raccogliere in uno tutti i figli di Dio dispersi’. La nostra missione è questa: diventare migranti, con i migranti, per costruire con loro la Chiesa, chiamata a essere vicina alle classi più povere e abbandonate. La nostra missione è anche quella di aiutare le persone a scoprire Cristo nei loro fratelli e sorelle migranti, specialmente quelli che vivono più acutamente il dramma della migrazione. Aiutiamo le persone a vedere nella migrazione un segno dell’eterna vocazione dell’umanità: la nostra vita terrena è un pellegrinaggio verso la nostra casa celeste con Dio. Il nostro ministero pastorale è integrato nel ministero della Chiesa locale: adeguiamo le nostre opzioni e i nostri metodi di lavoro alle sue politiche in modo che la pastorale dei migranti diventi la preoccupazione della stessa Chiesa locale. Aiutiamo il clero e i laici a diventare sensibili ai valori e ai bisogni dei migranti. Come religiosi, viviamo la vita consacrata con i voti di obbedienza, castità e povertà. La maggior parte di noi sono sacerdoti, ma abbiamo anche fratelli religiosi. Viviamo in comunità e siamo chiamati ad annunciare la Buona Novella ai migranti e a difenderne i diritti. Promuoviamo una società più umana dove i migranti siano visti non come stranieri o irregolari, ma come cittadini con pieni diritti, perché siamo tutti figli e figlie dello stesso Padre e membri della stessa famiglia umana”.