BUENOS AIRES – Dopo diversi giorni di sciopero per rivendicazioni salariali, gli specializzandi dell’Ospedale Garrahan hanno annunciato il ritorno alle loro attività. La decisione è stata presa dopo aver ricevuto avvertimenti su possibili sanzioni e licenziamenti, comunicati sia verbalmente che tramite posta elettronica.
“Siamo stati costretti a sospendere lo stato di agitazione”, hanno dichiarato in un comunicato diffuso dall’Assemblea degli specializzandi, in cui hanno però sottolineato che il ritorno immediato al lavoro non implica l’abbandono delle loro richieste. “Il nostro stipendio resta invariato”, hanno avvertito. La rivendicazione continua: chiedono un salario giusto che permetta loro di “vivere e lavorare dignitosamente per e con i bambini, le bambine e gli adolescenti”.
Dalla direzione dell’ospedale è stato confermato che i servizi stanno cominciando a normalizzarsi e che il rientro degli specializzandi coincide con un processo di ristrutturazione istituzionale. In un comunicato ufficiale, è stato evidenziato un miglioramento nell’entità delle borse di studio per i professionisti in formazione, finanziato con risorse proprie del Garrahan, ottenute attraverso un processo di risanamento amministrativo.
L’amministrazione dell’ospedale ha inoltre sottolineato di non aver mai preso in considerazione di sostituire gli specializzandi, sebbene sia stata valutata la possibilità di assumere medici supplenti temporanei per garantire il servizio compromesso dallo sciopero. Tale opzione è stata comunque scartata dopo la ripresa delle attività.
Gli avvertimenti ai residenti sono arrivati tramite diversi canali. Un’email inviata dal Consiglio di amministrazione li ha informati che, nel caso in cui lo sciopero fosse proseguito, sarebbero potute essere applicate misure disciplinari, come tagli agli stipendi, perdita della regolarità nella specializzazione o, nei casi estremi, il licenziamento.
“Tutte le minacce sono vere”, hanno dichiarato alla stampa i portavoce dei medici, che nei giorni scorsi avevano rifiutato l’offerta del governo di aggiungere un bonus non remunerativo per portare i loro guadagni a un milione 300mila pesos a partire da luglio. Secondo le denunce, tale somma non avrebbe contribuito ad rimpinguare tredicesima, contributi o adeguamenti salariali all’inflazione, dato che si tratta di una somma extrasalariale.
Le rivendicazioni dell’Assemblea degli specializzandi su Instagram.
Parallelamente al conflitto al Garrahan, l’Associazione dei lavoratori dello Stato (Ate) ha indetto uno sciopero nazionale in tutto il settore sanitario, in risposta a quella che hanno definito una riunione fallimentare con la segreteria del Lavoro, alla quale hanno partecipato funzionari senza potere decisionale.
“Non c’è stata alcuna proposta, è stata una presa in giro”, ha dichiarato Alejandro Lipcovich, segretario generale del comitato sindacale dell’ospedale.
L’Ate e l’Associazione dei professionisti e tecnici (Apyt) chiedono un aumento salariale che porti il reddito minimo a 1.800.000 pesos, cifra che considerano equivalente al costo di un paniere base. Norma Lezana, presidente di Apyt, ha denunciato pressioni e minacce contro i residenti e ha avvertito di un tentativo del governo di smantellare l’ospedale pediatrico, struttura ad alta complessità tra le migliori dell’America Latina.
Il ministero della Salute, da parte sua, ha respinto in termini duri lo sciopero promosso dall’ATE. In un comunicato ha definito la protesta una “estorsione politica mascherata da rivendicazione”, che mette a rischio l’assistenza sanitaria. Ha ribadito che è in corso un processo di “riorganizzazione, efficienza e recupero” nel sistema pubblico nazionale, sottolineando gli investimenti in personale e attrezzature.
Mentre il conflitto sindacale cresce a livello nazionale, al Garrahan le attività riprendono sotto stretta sorveglianza: è già stato implementato un sistema biometrico per controllare la presenza, considerata indispensabile per la validazione della specializzazione.
Sebbene lo stato di agitazione sia stato sospeso, la rivendicazione di fondo resta latente. I residenti insistono sul fatto che il loro impegno per la sanità pubblica non può essere incompatibile con il diritto a un salario dignitoso. “Continueremo a lavorare affinché il Garrahan resti un centro di riferimento nella medicina pediatrica”, hanno concluso.