WASHINGTON – Molto prima della scadenza delle due settimane che aveva promesso per negoziare con Teheran, Washington ha bruciato la miccia di una crisi senza precedenti.
Nella notte tra sabato e domenica, l’aeronautica statunitense ha sferrato un attacco devastante contro i tre siti nucleari iraniani di Fordow, Natanz e Isfahan. Adesso è sempre più vicino il rischio di un’imprevedibile escalation in Medio Oriente, dopo le prime minacce partite dalla tv di Stato iraniana, secondo cui “ogni cittadino americano, o militare, nella regione è ora un legittimo obiettivo”.
“È iniziata la guerra”, è il post pubblicato sull’account X associato ai Guardiani della Rivoluzione iraniana. Minacce a cui si sono aggiunte quelle degli Houthi, alleati di Teheran.
A dare notizia del blitz, è stato lo stesso presidente Donald Trump con un messaggio trionfale sul social Truth: “Abbiamo completato con successo il nostro attacco. I principali siti nucleari iraniani sono stati annientati. Ora è il momento della pace”, ha scritto, lasciando con il fiato sospeso il mondo intero.
Secondo il presidente statunitense, “le forze armate americane hanno condotto un massiccio attacco” e “tutti i velivoli coinvolti nell’operazione sono ormai fuori dallo spazio aereo iraniano e stanno tornando a casa sani e salvi”.
“Questo è un momento storico per gli Stati Uniti d’America, Israele e il mondo”, ha poi esultato in un altro post.
Poche ora più tardi, è apparso alla Cross Hall della Casa Bianca – affiancato dal vicepresidente JD Vance, dal segretario di Stato Marco Rubio e dal segretario alla Difesa Pete Hegseth – per un discorso ufficiale destinato alla nazione, definendo l’operazione un “successo militare spettacolare”.
“Posso riferire al mondo che i principali impianti di arricchimento nucleare iraniani sono stati completamente e totalmente annientati”, ha dichiarato, avvertendo Teheran che ulteriori attacchi potrebbero essere imminenti in assenza di un accordo di pace.
“L’Iran, il bullo del Medio Oriente, deve ora scegliere la pace. In caso contrario, i futuri attacchi saranno ancora più devastanti e rapidi. Ci sono ancora molti obiettivi disponibili e possiamo colpirli con precisione e rapidità, in pochi minuti”, ha continuato.
Il presidente ha poi affermato di aver svolto un “lavoro di squadra” con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu il quale, in un videomessaggio, si è congratulato per “la decisione coraggiosa che cambierà la storia”.
“L’America ha fatto ciò che nessun altro Paese avrebbe potuto fare. La leadership di Trump ha negato al regime più pericoloso del mondo le armi più pericolose del mondo – ha dichiarato –. Il presidente Trump e io diciamo spesso, ‘Pace attraverso la forza.’ Prima viene la forza, poi arriva la pace. E stasera il presidente Trump e gli Stati Uniti hanno agito con grande forza”.
Negli ultimi attacchi, Trump ha confermato che sono stati utilizzati i bombardieri stealth B-2 Spirit, punta di diamante dell’aeronautica americana perché capaci di penetrare le difese nemiche più sofisticate, trasportando fino a 40mila libbre di ordigni convenzionali o nucleari, con autonomia illimitata grazie al rifornimento in volo.
E mentre cresce la tensione in Medio Oriente, le autorità americane hanno già rafforzato i dispositivi di sicurezza sul territorio nazionale. Il dipartimento della Sicurezza Interna, l’FBI e numerose agenzie federali, statali e locali stanno monitorando attentamente possibili minacce in risposta all’attacco. A New York e Washington DC sono stati schierati rinforzi speciali presso luoghi di culto, sedi diplomatiche e istituzioni sensibili, compresi la Casa Bianca e il Pentagono.
L’opposizione democratica, intanto, ha chiesto spiegazioni. Il leader della minoranza al Senato Chuck Schumer ha invocato l’applicazione immediata del ‘War Powers Act’ per limitare ulteriori azioni militari unilaterali senza l’autorizzazione del Congresso. Anche altri senatori democratici, come Jeanne Shaheen e Jack Reed, hanno invocato la de-escalation e chiesto briefing riservati per il Congresso. Alexandria Ocasio-Cortez ha già chiesto l’impeachment del presidente.
Anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha espresso “profonda preoccupazione” per l’attacco americano, parlando di “pericolosa escalation” e invocando un ritorno al dialogo.
Hamas ha condannato duramente l’azione statunitense, definendola “un’aggressione brutale, una flagrante violazione del diritto internazionale e una minaccia diretta alla pace e sicurezza internazionali”. La fazione palestinese, alleata dell’Iran, ha promesso che riterrà Stati Uniti e Israele responsabili delle conseguenze.