WASHINGTON - Afghanistan, Birmania, Ciad, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen sono i Paesi inclusi nella lista. Il provvedimento entrerà in vigore lunedì 9 giugno alle 14:01 (orario australiano).

Oltre al divieto totale per questi Paesi, saranno imposte restrizioni più severe per i visitatori provenienti da Burundi, Cuba, Laos, Sierra Leone, Togo, Turkmenistan e Venezuela.

“Devo agire per proteggere la sicurezza nazionale e l’interesse degli Stati Uniti e del suo popolo”, ha dichiarato Trump. La lista è frutto di un ordine esecutivo emesso il 20 gennaio, che chiedeva ai Dipartimenti di Stato e Sicurezza Interna, e al Direttore dell’Intelligence, di identificare eventuali rischi legati all’ingresso di cittadini da nazioni considerate ostili.

Secondo la Casa Bianca, i Paesi colpiti dal divieto sono stati giudicati “gravemente carenti nei sistemi di identificazione e sicurezza” e presentano “un rischio elevato per gli Stati Uniti”.

Sono previste eccezioni per residenti permanenti, titolari di visti validi, atleti partecipanti a eventi internazionali (come i Mondiali 2026 e le Olimpiadi di Los Angeles 2028), diplomatici e per alcuni casi umanitari. Il ministro della Giustizia potrà autorizzare l’ingresso per motivi d’interesse nazionale.

Il provvedimento è stato accelerato a seguito dell’attentato a Boulder, in Colorado, dove Mohamed Sabry Soliman, cittadino egiziano, ha attaccato un gruppo di manifestanti pro-Israele con un lanciafiamme fatto in casa. Trump ha dichiarato: “Non possiamo permettere che accada negli Stati Uniti ciò che è accaduto in Europa. Chi non possiamo controllare, non entrerà”.