DAMASCO – Gli Stati Uniti sono pronti a riprendere le ostilità contro il regime di Bashar al-Assad, accusato di aver usato di nuovo armi chimiche. Il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Morgan Ortagus, ha detto che se i sospetti venissero confermati, gli “Stati Uniti risponderanno in modo rapido e appropriato”.
Gli esperti statunitensi parlano di un attacco avvenuto il 19 maggio in cui sarebbe stato usato del gas a base di cloro. Ma l’Osservatorio siriano per i diritti umani smentisce la notizia: il governo siriano non ha fatto uso di armi chimiche nelle ultime 48 ore.
Morgan Ortagus ha dichiarato che “gli Stati Uniti continuano a monitorare le operazioni del regime di Assad nel nord ovest della Siria, incluse le indicazioni di un nuovo uso di armi chimiche da parte del regime”. Il presunto attacco, secondo gli Stati Uniti, “fa parte di una campagna violenta del regime di Assad che viola un cessate il fuoco che ha protetto milioni di civili nell’area di Idlib”.
Nel nord ovest della Siria, tra Idlib e Hama, sono in corso scontri tra l’esercito governativo siriano di Assad, appoggiato da forze russe, e i miliziani anti-regime, tra cui alcuni membri di al-Qaeda.
Dodici civili sono morti e altri 18 sono rimasti feriti nel corso di un attacco aereo, da parte delle forze russo-siriane, contro la cittadina di Maaret al-Noomane. L’Osservatorio siriano per i diritti umani non esclude che il bilancio possa aggravarsi nelle prossime ore. I soccorritori dei caschi bianchi hanno accusato il regime siriano di colpire deliberatamente le zone abitate. L’offensiva, secondo fonti dell’Onu, ha già causato 180.000 sfollati.
Sei mesi fa il presidente americano, Donald Trump, aveva annunciato il ritiro delle truppe Usa dalla Siria in seguito alla sconfitta dell’Isis nel paese. Ma negli ultimi mesi si sono inaspriti i toni tra Assad e gli Stati Uniti. Il ministero degli Esteri siriano ha criticato aspramente la decisione di Trump di riconoscere l’annessione israeliana delle Alture del Golan.
La Turchia, che negli scorsi mesi ha allestito una serie di avamposti militari nella zona di Idlib, ha detto che “non ci sarà nessuna evacuazione”. Il ministro turco della Difesa, Hulusi Akar ha affermato che “le forze armate turche non si ritireranno da dove sono”. Nei giorni scorsi Akar ha accusato le forze di Damasco di violare l’accordo per il cessate il fuoco raggiunto con la Russia.