CANBERRA - Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato domenica di aver ordinato un “carico completo di bombe” contro il sito nucleare di Fordow, insieme a raid su altre due località, dichiarando che le strutture di arricchimento dell’uranio iraniane sono state “completamente e totalmente neutralizzate”.

In risposta, un portavoce del primo ministro Anthony Albanese ha dichiarato: “Siamo sempre stati chiari: il programma nucleare e missilistico iraniano rappresenta una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale. Prendiamo atto della dichiarazione del presidente Usa secondo cui ora è il momento della pace. La situazione nella regione resta altamente instabile. Continuiamo a chiedere de-escalation, dialogo e diplomazia”.

Poco dopo, l’opposizione ha espresso il proprio pieno sostegno all’azione militare americana, definendola “proattiva”.

“La Coalizione sostiene l’azione intrapresa dagli Stati Uniti per impedire all’Iran di ottenere armi nucleari, in particolare i raid contro Isfahan, Natanz e soprattutto Fordow - ha detto Andrew Hastie, ministro ombra ad interim per gli Affari esteri -. Non potremo mai accettare un Iran dotato di armi nucleari, è un regime teocratico repressivo e sponsor del terrorismo. Non vogliamo una guerra, ma crediamo che questa sia stata una misura necessaria”.

Questa mattina, il ministro degli Esteri Penny Wong ha chiarito la posizione del governo, affermando che l’Australia sostiene qualsiasi azione volta a impedire che l’Iran ottenga armi nucleari. Dopo un iniziale approccio cauto, Wong ha affermato che “il mondo ha concordato che all’Iran non può essere permesso ottenere un’arma nucleare”.

Wong ha citato un rapporto ONU secondo cui Teheran ha arricchito uranio a livelli quasi militari. L’Australia non ha ricevuto richieste di assistenza e la base di sorveglianza satellitare di Pine Gap non è stata coinvolta.