CANBERRA - Nonostante le rassicurazioni recentemente ripetute dal ministro per le Risorse energetiche Chris Bowen, il rapporto compilato dall’organo indipendente mette in discussione le proiezioni ottimistiche del governo.
Il documento evidenzia come le emissioni di CO2 siano diminuite di soli 3 milioni di tonnellate nel 2023-24, circa un quinto del ritmo necessario per raggiungere l’obiettivo. Per rispettare l’obiettivo legislato dal governo, il paese dovrebbe ridurre le emissioni di 15 milioni di tonnellate all’anno a partire da ora.
La situazione nel settore della produzione di elettricità, responsabile di oltre un terzo delle emissioni totali, resta stagnante, mentre il comparto dei trasporti ha registrato un incremento delle emissioni.
La decarbonizzazione finora è stata trainata dai settori dell’agricoltura e da quello della gestione del territorio, che hanno osservato una riduzione del 14% delle emissioni grazie a progetti di sequestro/assorbimento dell’anidride carbonica. Senza il contributo di questi due settori, la traiettoria delle emissioni mostrerebbe ritardi ancor più preoccupanti.
Un fattore chiave per il il raggiungimento dell’obiettivo è la transizione del sistema elettrico, che deve passare da una dipendenza storica dal carbone a un mix dominato dalle energie rinnovabili. L’obiettivo del governo è raggiungere l’82% di energia rinnovabile entro il 2030, ma al momento le infrastrutture vengono costruite a un ritmo pari alla metà di quanto necessario. Nel 2022, sono stati aggiunti 7,5 gigawatt di capacità rinnovabile, contro i 10,5 GW richiesti annualmente fino al 2030.
La crisi di questa settimana della rete elettrica nel New South Wales, che ha rischiato blackout durante un paio di giornate dalle temperature estive neppure troppo elevate, ha evidenziato la fragilità del sistema. Il ministro Bowen ha attribuito i problemi alle vecchie centrali a carbone e a gas, mentre l’opposizione sostiene che il piano di transizione alle rinnovabili sia mal concepito.
Il dibattito energetico ricoprirà un ruolo importante alle prossime elezioni federali, e le scelte politiche fatte dal governo Albanese influenzeranno profondamente il futuro energetico e climatico dell’Australia.
Mentre si apre il dibattito per l’opzione del nucleare civile, gli investitori chiedono stabilità per garantire che i progressi recenti, determinati dal forte influsso di denaro pubblico nello sviluppo delle rinnovabili, non vadano perduti.