LONDRA - È stato condannato all’ergastolo da un tribunale di Luton, a nord di Londra, Nicholas Prosper, il 19enne che lo scorso settembre uccise sua madre, sua sorella e suo fratello. Il giovane aveva pianificato un massacro anche nella sua vecchia scuola, che però non si verificò. La condanna comporta una pena obbligatorio di 49 anni.
Prosper voleva compiere il “più grande massacro del XXI secolo” e raggiungere una notorietà mondiale come “assassino di massa”. Questo era l’obiettivo del 19enne inglese che il 13 settembre dello scorso anno uccise la sua famiglia, ma nelle sue intenzioni il piano aveva un ulteriore macabro seguito. Dopo aver ucciso la madre Juliana Falcon, la sorella Giselle e il fratello Kyle nella sua casa di Luton, Prosper si sarebbe dovuto recare nella sua ex scuola elementare e uccidere almeno 30 bambini. Per raggiungere il suo obiettivo aveva scattato foto al personale e agli alunni, condotto ricerche approfondite su Internet sulle sparatorie negli Stati Uniti, in Norvegia, in Australia e in Nuova Zelanda.
“I suoi piani, se realizzati, avrebbero provocato il maggior numero di morti in una scuola o in altre sparatorie di massa nel Regno Unito e forse anche negli Usa”, ha detto nel corso di un’udienza dinanzi alla Luton Crown Court il procuratore Timothy Cray. Fortunatamente, Prosper non raggiunse mai la scuola elementare cattolica di San Giuseppe, che si trovava a meno di cinquecento metri da casa. La polizia - dopo essere stata chiamata dai vicini che avevano sentito forti rumori durante l’attacco del giovane nei confronti della famiglia - fece irruzione nella sua casa. Una volta entrati gli agenti trovarono la sorellina di Prosper nascosta sotto un tavolo da pranzo nel soggiorno. Dopo l’atroce e rumoroso attacco, il 19 enne - consapevole dell’imminente arrivo della polizia - era fuggito in una zona boschiva, ma una pattuglia della polizia lo arrestò mentre camminava lungo una strada residenziale a Luton.
Durante il processo Prosper aveva dichiarato in più occasioni di essere stato “prescelto” per compiere il suo gesto da Clementine di “The Walking Dead”, un personaggio immaginario della famosa serie di videogiochi, spin-off del fumetto di Robert Kirkman. Le prime indagini hanno subito rivelato che l’imputato “ha agito da solo” e che “i suoi piani non sono stati scaturiti da alcuna causa politica o ideologica”.
Prosper aveva un disturbo dello spettro autistico non diagnosticato, ma ha mostrato una “estrema mancanza di empatia con gli altri e un’estrema mancanza di rimorso” che non può essere spiegata solo dal disturbo autistico.
Il giovane omicida durante il processo ha ammesso le sue responsabilità, così come l’acquisto di un fucile da caccia comprato con un certificato di porto d’armi falso per compiere la strage e il possesso di un coltello da cucina con cui ha ucciso il fratello Kile.
Suo padre Raymond Prosper dopo la strage, in una dichiarazione letta dal procuratore Cray, ha affermato: “Il dolore della nostra perdita non sarà mai guarito. Questo include tutta la mia famiglia, le nostre vite non saranno mai più le stesse”.