ROMA - “La democrazia diventa realtà ogni giorno nella vita delle persone e nel rispetto reciproco delle relazioni sociali”. È il tema centrale degli ormai numerosi discorsi di fine anno del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E sarà con ogni probabilità, anche quest’anno, uno dei messaggi che il capo dello Stato cercherà di trasmettere ai cittadini nel suo tradizionale intervento a reti unificate. 

La trasmissione è in programma per le 20.30 ora italiana e fonti del Quirinale sostengono che non bisogna aspettarsi temi politici di fondo.  

Da anni, il presidente cerca di stimolare la partecipazione elettorale, per ricordare quanto sia forte una comunità quando riconosce sé stessa, mostra solidarietà, affronta i problemi mantenendo il tono basso. E anche nel difficile e travagliato 2024, sarà questo uno dei punti del discorso. 

Alla guerra in Ucraina si è aggiunto il crollo del Medio Oriente, con immagini di massacri e stragi orribili: dopo l’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre 2023, la ritorsione che ha annientato la popolazione civile a Gaza e l’estensione del conflitto, da parte sempre di Israele, con i bombardamenti su Beirut e il Sud del Libano. 

È inevitabile parlare quindi di pace, ma senza demagogia. Mattarella sottolineerà sicuramente la necessità di trovare un cammino verso la fine del conflitto, per una pace che non sia rappresentata solo dalla sterilizzazione degli scontri, ma da una tregua duratura, capace di difendere i diritti e ristabilire la giustizia. 

Il capo dello Stato non mancherà tuttavia di infondere fiducia, menzionando gli aspetti positivi e le cose che funzionano nel nostro Paese, sottolineando come una comunità coesa e giusta sia il vero motore della crescita. 

Sicuramente verranno affrontati anche i temi della sicurezza e il numero ancora inaccettabile di morti sul lavoro, l’occupazione precaria, le difficoltà dei giovani, costretti a cercare lavoro all’estero, i femminicidi. 

Ci si aspetta, quindi, un discorso chiaro e colloquiale, con lo stile asciutto e diretto che ha sempre contraddistinto gli interventi del Presidente della Repubblica.