Il rapporto dell’UNESCO fa seguito a una visita ufficiale nel mese di marzo per monitorare la barriera corallina e raccomanda al governo federale e a quello statale del Queensland di adottare politiche di riduzione delle emissioni più incisive e coerenti con l’obiettivo di fermare il riscaldamento a 1,5 gradi centigradi.

Tra le maggiori minacce per i coralli i frequenti sbiancamenti di massa e l’aumento dell’acidità dell’acqua, impatti che possono essere attribuiti alle emissioni non controllate. Inoltre, nel Parco marino della Grande barriera corallina è ancora consentita la pesca distruttiva con reti da posta, che uccide dugonghi, tartarughe, delfini e specie di squali protette.

L’UNESCO ha consigliato di investire maggiormente nella qualità dell’acqua, raccomandazioni che faranno crescere la pressione sul governo Albanese.

Sebbene i laburisti abbiano rafforzato le politiche climatiche australiane e investito maggiormente nella Grande barriera corallina, le loro politiche e azioni non sono in linea con le raccomandazioni formulate dal rapporto dell’UNESCO.

Il rapporto elenca 10 raccomandazioni ad alta priorità e altre 12 raccomandazioni.

Tra le raccomandazioni ad alta priorità vi è quella che il governo aggiorni i propri impegni in materia di cambiamenti climatici in modo che siano coerenti con l’obiettivo di fermare il riscaldamento globale a 1,5°C al di sopra delle temperature preindustriali.

Da quando è stato eletto quest’anno, il governo laburista ha aumentato notevolmente i suoi obiettivi, impegnandosi a ridurre le emissioni del 43% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2030.