Ospiti di riguardo, i membri dell’A.N.S.I., dell’Associazione Marinai d’Italia (Gruppo Pugliese) e molti altri rappresentanti delle Associazioni d’Arma del Victoria.
Dopo la cerimonia di apertura e la Preghiera dell’Aviatore, le celebrazioni, tenute dal reverendo Anthony Quang Nguyen, hanno visto il folto gruppo di partecipanti proseguire la giornata solenne presso il Maiella Club, dove gli inni nazionali – italiano e australiano – hanno preceduto un sentito discorso del presidente Anfuso, emozionato per la partecipazione in onore della patrona degli aviatori, e onorato della presenza di Giovanni Tarascio, aviere scelto della straordinaria età di 102 anni e reduce della Seconda guerra mondiale.
Il presidente ha poi portato all’attenzione un altro centenario, stavolta di un evento storico: il 20 aprile 1925 avvenne la celebre e straordinaria trasvolata di Francesco De Pinedo, compiuta insieme al motorista Campanelli, che, partiti da Sesto Calende con l’idrovolante SIAI S.16ter, soprannominato “Gennariello” (in onore del patrono di Napoli), coprì ben 23.500 chilometri in 50 giorni, affrontando difficoltà tecniche e meteorologiche avverse, sorvolando tre continenti, tra tempeste, problemi di carburante e scali in luoghi remoti.
Il 9 giugno 1925, De Pinedo arrivò a Melbourne, accolto da oltre 40mila persone, e il suo volo fu considerato un’impresa pionieristica per l’aviazione mondiale.
Dopo il ritorno in Italia, De Pinedo fu promosso colonnello e nominato marchese dal re d’Italia. Sfortunatamente, la vita di De Pinedo non fu abbastanza lunga da permettere la registrazione di altre incredibili imprese per via della sua prematura morte a New York, proprio facendo quel che amava, ovvero volare: il 2 settembre 1933, presso il Floyd Bennett Field di New York, De Pinedo si apprestava a intraprendere un volo in solitaria sulla distanza record di 6300 miglia da New York a Baghdad con un monoplano Bellanca battezzato Santa Lucia; non riuscì tuttavia a decollare per il sovraccarico di carburante e, perso il controllo del velivolo, effettuò una brusca virata per evitare un folto numero di spettatori, urtando così la recinzione della pista e spezzando le ali dell’aereo.
Uno scatto ufficiale dei rappresentanti dell’Arma Aeronautica Sezioni di Melbourne durante i festeggiamenti per la Madonna di Loreto
Il suo personaggio però stimolò l’immaginario collettivo, sia per l’eroismo delle sue traversate sia per un carattere che si distanziava dallo stereotipo dell’aviatore in quell’epoca, cioè dalla vita mondana e sempre alla ricerca del brivido. De Pinedo, al contrario, si dimostrava sempre schivo, educato e di poche parole, creando attorno a sé un alone di leggenda che ancora oggi contribuisce al rispetto ricevuto.
Così, a cento anni di distanza, il suo volo è ancora ricordato come un simbolo di ingegno, coraggio e innovazione, un trionfo dell’aviazione pionieristica italiana e che offrirà un’altra occasione per l’Associazione Arma Aeronautica di Melbourne di passare del tempo insieme.
Un'altra foto storica dell’idrovolante SIAI S.16ter
La giornata in onore della Patrona si è conclusa con un sentimento di soddisfazione, dove tanti associati dei sodalizi combattentistici hanno celebrato ancora una volta la Madonna di Loreto, nominata patrona degli aviatori da papa Benedetto XV nel 24 marzo 1920, accogliendo così i desideri dei piloti della Prima guerra mondiale.
Anche a queste solenni celebrazioni viene attribuito un alone leggendario, in virtù della tradizione legata al miracoloso trasporto della Santa Casa di Nazareth da parte degli angeli. Secondo il racconto, infatti, nel 1294, la casa dove Maria visse e ricevette l’annuncio dell’arcangelo Gabriele fu trasferita dalla Palestina a Loreto, nelle Marche, per sottrarla alle minacce delle incursioni musulmane.
Questo evento straordinario, descritto come un trasporto “aereo” realizzato dagli angeli, ha ispirato la scelta della Madonna di Loreto come protettrice di chi vola. Gli aviatori hanno visto in questa storia un simbolo della loro attività, che li porta a solcare i cieli.