CANBERRA - La proposta è stata avanzata dalla deputata indipendente Kate Chaney e dall’economista Richard Holden, i quali suggeriscono contestualmente l’introduzione di un “basics rebate” universale di 3.300 dollari l’anno, per tutti gli australiani al di sopra della maggiore età. Questo credito fiscale rappresenterebbe una soglia di spesa effettivamente esente da GST pari a 22mila dollari.

La proposta include anche l’abolizione delle esenzioni attuali su generi alimentari freschi, educazione e sanità private, rendendo la tassa più ampia e semplice da gestire. Secondo Holden, il nuovo modello lascerebbe il 60% degli australiani economicamente più avvantaggiati rispetto al sistema attuale e porterebbe nelle casse dello Stato quasi 24 miliardi di dollari in più entro il 2026-27.

Chaney ha evidenziato come l’attuale sistema fiscale penalizzi le giovani generazioni, che si troveranno a sostenere il crescente costo di un Paese che invecchia, oltre agli interessi su deficit strutturali. Secondo Holden, l’adeguamento della GST permetterebbe anche di ridurre le aliquote sul reddito e correggere il fenomeno del “bracket creep”, stimolando così produttività e innovazione.

Nonostante lo scetticismo del ministro del Tesoro Jim Chalmers e la riluttanza del primo ministro Anthony Albanese ad affrontare una riforma così impopolare, l’economista ha dichiarato che la prossima tavola rotonda economica del 19 agosto rappresenta un’occasione unica per discutere idee coraggiose e necessarie.

La senatrice dei Nazionali Bridget McKenzie ha invitato il governo a sfruttare la propria ampia maggioranza parlamentare per riformare davvero il sistema fiscale: “È un’opportunità che capita solo ogni pochi decenni. Serve coraggio politico”.

Questa mattina, Albanese ha ribadito che le leggi previste dal governo sono quelle dichiarate alle elezioni di maggio, escludendo una riforma della tassa sui beni e i servizi non essendo presente tra queste.