ROMA - Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto all’inaugurazione della diciottesima Conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori d’Italia alla Farnesina, tracciando una netta linea sulla politica estera, sui conflitti globali e sul ruolo cruciale della diplomazia italiana. 

Il Capo dello Stato ha espresso una ferma condanna nei confronti della guerra in Ucraina, sottolineando come l’azione russa rappresenti una minaccia inaccettabile all’ordine internazionale. “Permane l’aggressione russa ai danni dell’Ucraina, con vittime e immani distruzioni, e con l’aberrante intendimento, malgrado gli sforzi negoziali in atto, di infrangere il principio del rifiuto di ridefinire con la forza gli equilibri e i confini in Europa”. 

Mattarella ha ricordato che infrangere questo principio è un’azione “ritenuta irresponsabile e inammissibile già oltre cinquanta anni addietro nella Conferenza di Helsinki sulla cooperazione e sicurezza nel continente”. 

Il presidente ha poi spostato l’attenzione sulla crisi mediorientale, sottolineando la gravità della situazione e il rischio di un allargamento del conflitto: “Sulla tragedia di Gaza, con il suo carico di sofferenza civile e il persistente alto rischio di escalation, continua a esporre il Medio Oriente a nuove lacerazioni. Il raggiungimento del cessate-il-fuoco, per quanto fragile, richiede il fermo sostegno di tutta la Comunità internazionale”. 

Mattarella ha dedicato un passaggio del suo discorso alla difesa dell’Unione Europea, attaccando chi ne mina la credibilità, definendo l’azione come “singolare” e “ingiustificata”. Il presidente ha espresso stupore per la contraddizione tra le tendenze internazionali all’unione e la critica interna: “Appare, a dir poco, singolare che, mentre si affacciano, in ambito internazionale, esperienze dirette a unire Stati e a coordinarne le aspirazioni e le attività, si assista a una disordinata e ingiustificata aggressione nei confronti della Unione Europea, alterando la verità e presentandola anziché come una delle esperienze storiche di successo per la democrazia e i diritti dei popoli, come una organizzazione oppressiva se non addirittura nemica della libertà”. 

Il Capo dello Stato ha rigettato con forza le teorie secondo cui i tempi difficili sarebbero inadatti alla diplomazia, “è esattamente in tempi difficili che la diplomazia si trova a dispiegare una delle sue caratteristiche più preziose: la ricerca di percorsi per uscirne e di spazi di dialogo”. 

Mattarella ha ribadito che ai diplomatici ci si rivolge come a “sperimentati professionisti, capaci di elaborare soluzioni e alternative sulla base delle scelte assunte dalle nostre libere istituzioni,” e non come “meri portaordini nel contesto internazionale”. Per il presidente, il percorso obbligato per il progresso è il rafforzamento della collaborazione, in quanto l’alternativa è la “spirale dell’instabilità”. 

L’Italia, per la sua posizione al crocevia di aree sensibili (dal Mediterraneo all’Europa centrale, dall’Africa al Vicino Oriente) e per la sua economia legata ai flussi globali, necessita di una proiezione esterna forte. “Nell’epoca delle ‘policrisi’ è indispensabile una ‘poli-diplomazia’. L’opera silenziosa di tessitura della diplomazia... può e credo debba – nelle sue espressioni più alte – contribuire a promuovere concordia nella convivenza tra i popoli, giustizia internazionale nei confronti di chi aggredisce e opprime, collaborazione per il bene comune”.