AREZZO - Centinaia di ultrà coinvolti, il traffico dell'A1 bloccato verso nord per 50 minuti, l'area di servizio di Badia al Pino, vicino ad Arezzo, teatro di uno scontro fra teppisti e ancora al centro della cronaca come l'11 novembre 2007, quando proprio lì morì il supporter della Lazio Gabriele Sandri, ucciso dall'agente Luigi Spaccarotella.

Nella guerriglia, durata almeno quindici minuti, è rimasto ferito un tifoso romanista, accoltellato ad una gamba e che in serata, ha fatto sapere la Questura di Arezzo, è stato arrestato per rissa aggravata.

È questo per il momento il bilancio di una domenica di follia dietro la quale, secondo le autorità, ci sarebbe stata la premeditazione, perché la dinamica di quanto accaduto fa pensare che l'incontro tra gli ultras non sia stato affatto casuale: anzi è probabile che le due tifoserie si siano date appuntamento appositamente per scontrarsi.

I tafferugli hanno avuto infatti inizio verso le 13:30, dopo che circa 350 i tifosi del Napoli si sono fermati all'autogrill. In breve sono sopraggiunti anche i tifosi della Roma. “Molto probabilmente avvisati della presenza dei napoletani - precisa la Questura nella ricostruzione - hanno rallentato la marcia fino a fermarsi all'altezza dell'area di sosta, mentre una parte della tifoseria del Napoli ha iniziato un fitto lancio di oggetti verso le autovetture sulla carreggiata”.

L’intera scena è stata ripresa dalle telecamere di sicurezza e dai video registrati con i telefonini dai presenti e da molti testimoni e ritrae i gruppi di tifosi, vestiti di nero e con il capo coperto da sciarpe e cappucci che si aggirano armati di bastoni nell'area di servizio e lanciano petardi e sassi contro le auto. In breve, i tafferugli “si sono spostati all'altezza dell'uscita dell'autogrill” e sulla carreggiata, dove i due gruppi “sono entrati in contatto” per qualche minuto, costringendo la Polizia a bloccare l’autostrada per tutelare l'incolumità degli automobilisti.  

Da alcuni video in rete si vede il momento in cui le due tifoserie della Roma e del Napoli entrano in contatto proprio nell'autogrill, vicino ai distributori di benzina. I tifosi si muovono in gruppo, indossano felpe e giubbotti neri. Si sentono urla e il rumore dei sassi lanciati e dei lacrimogeni. In un altro video postato in rete da un automobilista si vedono gruppi di tifosi, sempre col volto coperto e vestiti di nero, correre in gruppo lungo la carreggiata dell'autostrada tra Monte San Savino e Arezzo e si distinguono anche i fumi e il bagliore dei fumogeni. In altri video postati in rete si vedono gruppi di tifosi, sempre travisati e vestiti di nero, stazionare ai margini dell'area di servizio e lanciare bastoni e fumogeni da una parte all'altra dell'autostrada e contro le auto in transito sull'A1. Nelle immagini si vedono gruppi di ultras armati di bastoni aggirarsi tra i distributori di benzina e tra gli automobilisti dell'autogrill.

Sebbene sia presidiato da un gruppo di agenti, l’autogrill diventa teatro della guerriglia e ci vuole diverso tempo prima che i rinforzi dei reparti di polizia, che sono subito confluiti sulla zona, riescano a dividere le due tifoserie e riportare la calma.

I tifosi romanisti, ricostruisce ancora la Questura, sono ripartiti alla volta di Milano, dove erano diretti, “mentre quelli napoletani sono rimasti nell'area di servizio e successivamente sono stati scortati fino a Genova da personale delle forze di polizia”.

Immediatamente dopo i fatti sono partite le indagini per individuare i violenti scandagliando le registrazioni delle telecamere di sicurezza e i tanti video postati online dell’accaduto. Un'ottantina di supporter napoletani sono stati subito identificati una volta arrivati a Genova.

“La polizia – ha assicurato il procuratore di Arezzo, Roberto Rossi – sta attivamente lavorando per arrivare ad identificare quanto prima i responsabili di un atto che ha messo in pericolo la sicurezza della circolazione e causato un enorme disagio in un'arteria fondamentale per la nostra viabilità”.

Ovviamente, ad intervenire sull’episodio che ha scioccato l’opinione pubblica italiana, è stata subito anche la politica, a partire dal solito Matteo Salvini, che nonostante le sua nota vicinanza con alcune delle frange più violente del tifo milanista, legate anche alla criminalità meneghina, ha subito chiesto il pugno duro contro i tifosi.

“Autostrada chiusa e viaggiatori italiani bloccati? Paghino tutti i danni di tasca loro, e mai più allo stadio”, ha scritto sui suoi profili social, mentre il responsabile dello Sport, Andrea Abodi, ha ribadito che i responsabili saranno puniti.

A quanto si apprende, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, che si è tenuto costantemente in contatto con il capo della Polizia, Lamberto Giannini, durante gli scontri, ha espresso al prefetto il plauso per il pronto intervento delle forze di polizia che ha evitato conseguenze ancor più gravi. Piantedosi, fa sapere il Viminale, chiederà all'Osservatorio sulle manifestazioni sportive di valutare con la massima severità i prossimi eventi in programma.