LIMA - L’ex presidente del Consiglio dei Ministri del Perù, Gustavo Adrianzén, sarà nominato rappresentante permanente del Paese presso le Nazioni Unite, con sede a New York.
La proposta è stata discussa durante la sessione del Consiglio dei ministri del 28 maggio 2025, e segna un rapido ritorno sulla scena diplomatica per una delle figure più discusse dell’attuale panorama politico peruviano.
Adrianzén aveva rassegnato le dimissioni solo due settimane fa, il 13 maggio, in seguito a una mozione di censura approvata dal Congresso.
La sua uscita dal governo era stata determinata dalle dichiarazioni rilasciate in merito alla strage di Pataz, dove 13 minatori furono brutalmente uccisi. Le sue parole, considerate inappropriate e poco sensibili rispetto alla gravità dei fatti, hanno suscitato forti critiche da parte dell’opinione pubblica e dei parlamentari.
Nonostante ciò, la presidente Dina Boluarte ha deciso di affidargli un nuovo e importante incarico istituzionale, riaffermando la sua fiducia nei confronti dell’ex premier.
Il ruolo di rappresentante permanente all’Onu è uno dei più rilevanti nel campo della diplomazia multilaterale, e comporta la gestione delle relazioni del Perù con le principali agenzie internazionali con sede a New York, nonché la partecipazione ai lavori dell’Assemblea Generale e, quando il Paese ne è membro di turno, del Consiglio di Sicurezza,
Adrianzén non è nuovo all’ambiente diplomatico. Tra il 2023 e il 2024 ha già ricoperto la carica di ambasciatore del Perù presso l’Organizzazione degli Stati Americani (Oea), esperienza che ha contribuito a rafforzare il suo profilo internazionale.
La sua nomina all’Onu potrebbe rappresentare un tentativo del governo di riabilitare la sua immagine pubblica e sfruttare le sue competenze in uno scenario meno esposto al confronto politico interno.