GAZA - Israele prosegue la sua offensiva in Libano ma si prepara anche alla riapertura dei negoziati per una tregua e per il rilascio degli ostaggi a Gaza. Delle 251 persone rapite il 7 ottobre dello scorso anno, 97 rimangono ostaggi a Gaza, 34 dei quali sono stati dichiarati morti dall’esercito.  

Ieri, dopo gli incontri con il segretario di Stato Blinken dei giorni scorsi, il governo dello Stato ebraico ha annunciato l’invio di una delegazione in Qatar per negoziare un accordo su Gaza che preveda il rilascio dei prigionieri, con Hamas che si è detto aperto a colloqui su un cessate il fuoco nel territorio palestinese, ormai devastato da più di un anno di guerra. Gli ultimi negoziati indiretti sotto l’egida di mediatori - Qatar, Egitto, Stati Uniti - per un cessate il fuoco a Gaza associato alla liberazione degli ostaggi, si erano svolti in agosto e si erano conclusi con un nulla di fatto, come molti tentativi precedenti.  

Ora la nuova finestra di possibilità per ritrovare la pace nella Striscia arriva dopo la morte del leader del movimento islamista Yahya Sinouar, ucciso da Israele il 16 ottobre nel sud di Gaza, e mentre Israele si trova a fronteggiare pressioni per porre fine alla guerra. Dopo dichiarazioni dubbiose da parte di Tel Aviv di una partecipazione di Hamas ai colloqui nel fine settimana, ieri sera è arrivata la risposta del gruppo: “pronti per la cessazione delle ostilità” sempre che Israele mostri concretamente “un impegno per un cessate il fuoco”, un “ritiro dalla Striscia di Gaza” e un “accordo serio per uno scambio” degli ostaggi israeliani a Gaza contro i prigionieri palestinesi detenuti da Israele, ha detto un leader del movimento. Condizioni presentate durante precedenti negoziati indiretti, ma sempre respinte da Israele. 

Dopo i colloqui al Cairo tra funzionari egiziani e una delegazione di Hamas, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu invierà in Qatar il capo dell’intelligence straniera, il Mossad, David Barnea. Barnea incontrerà il capo della Cia Bill Burns e il primo ministro del Qatar, Tamim bin Hamad al-Thani, per discutere “diverse opzioni per riprendere i negoziati sul rilascio degli ostaggi”, secondo la stessa fonte. Il numero uno del Mossad ha già incontrato alti funzionari egiziani nell’ambito degli sforzi per un “ritorno ai negoziati e per un cessate il fuoco”, ha riferito il canale Al Qahera News, vicino all’intelligence egiziana. 

Intanto oggi il segretario di Stato americano Antony Blinken, di ritorno dall’undicesimo viaggio in Medio Oriente, incontrerà a Londra il primo ministro libanese Najib Mikati, oltre ai suoi omologhi della Giordania, Ayman Safadi, e degli Emirati Arabi, Abdullah bin Zayed al-Nagayan. L’incontro con Mikati sarà dedicato alla campagna militare israeliana contro Hezbollah, che ha provocato vittime di massa tra la popolazione civile del Libano, in particolare nella capitale Beirut.  

Ieri in una conferenza stampa, il segretario di stato ha affermato che la lotta di Israele contro Hezbollah “non può - e non deve - portare a una campagna prolungata” in Libano e ha invitato Israele ad adottare le misure necessarie per prevenire danni alla popolazione civile, all’esercito libanese e alle forze di pace delle Nazioni Unite.