SYDNEY - Le vittime dell’attacco terroristico di Bondi vengono ricordate mentre iniziano i funerali, segnando un momento di profondo dolore per Sydney e per l’intera comunità ebraica australiana.
Oggi, si terranno le esequie dei rabbini Eli Schlanger e Yaakov Levitan, due dei 15 uccisi quando Sajid Akram, 50 anni, e suo figlio Naveed, 24, hanno aperto il fuoco sulla folla riunita per celebrare l’Hanukkah sulla spiaggia più famosa del Paese.
Il funerale del rabbino Schlanger si svolgerà presso il Chabad di Bondi, a circa un chilometro dal luogo dell’attacco, mentre quello di Levitan avrà luogo a Macquarie Park, nella zona nord di Sydney. Secondo la tradizione ebraica, la sepoltura avviene entro 24 ore dalla morte, ma le indagini del coroner hanno imposto un rinvio delle cerimonie.
Il rabbino Levitan è stato ricordato come un marito e padre devoto. Rabbi Schlanger, che aveva contribuito a organizzare l’evento dell’Hanukkah preso di mira dagli attentatori, lascia la moglie e cinque figli piccoli, tra cui un neonato di appena due mesi. Le loro morti hanno colpito al cuore una comunità già provata da settimane di tensione.
Sul fronte investigativo, le squadre antiterrorismo continuano ad analizzare una grande quantità di materiale sequestrato. La commissaria dell’Australian Federal Police, Krissy Barrett, ha definito l’attacco “un’azione barbarica contro gli ebrei australiani”, aggiungendo che gli aggressori sembravano mossi esclusivamente dal desiderio di innalzare il numero delle vittime. Le prime valutazioni indicano un’ispirazione legata allo Stato Islamico, anche se al momento non emergono prove del coinvolgimento di altre persone.
Dei due attentatori, il padre è stato ucciso dalla polizia durante l’intervento, mentre il figlio resta in ospedale in condizioni critiche, sotto sorveglianza. Ventidue feriti sono ancora ricoverati negli ospedali di Sydney, tre dei quali in condizioni critiche. Il commissario della polizia del New South Wales, Mal Lanyon, ha confermato il ritrovamento di due bandiere artigianali dell’IS e di ordigni improvvisati in un’auto intestata a Naveed, oltre a un recente viaggio dei due uomini nelle Filippine, ora oggetto di ulteriori accertamenti.
Il dibattito politico si è acceso sulle armi e sulla risposta delle forze dell’ordine. Il premier del NSW Chris Minns ha difeso gli agenti, ricordando che hanno affrontato fucili a lunga gittata armati solo di pistole, mentre il primo ministro Anthony Albanese ha annunciato l’intenzione di rafforzare le norme nazionali sul possesso di armi.
Intanto, la sicurezza è stata intensificata attorno ai siti ebraici e a eventi pubblici, mentre la città rende omaggio a vittime che includono una bambina di 10 anni, un sopravvissuto alla Shoah di 87 anni, un ex poliziotto e un padre morto tentando di fermare gli attentatori.